ATTENZIONE: CONTIENE INFORMAZIONI CHE LETTORI PARTICOLARMENTE SENSIBILI POTREBBERO CONSIDERARE SPOILER.
Da decenni nello Spazio si combatte una battaglia titanica, tra due eserciti sterminati e fanatici che si fronteggiano senza esclusione di colpi: fan di Star Wars contro Trekkers.
Come tutti sanno, io milito da sempre tra i seguaci di George Lucas, e come molti dei miei compagni, non conoscevo praticamente nulla di Star Trek, noto semplicemente come il Nemico. Fino a ieri, quando un trailer spettacolare mi ha attirato al cinema come la luce una falena, a vedere il nuovissimo film di J.J. Abrams, presentato come un prequel delle serie classiche.
Per l’occasione, con i Trekkers Anna e Rebus, abbiamo sperimentato il multisala UCI di Milanofiori: mezzora di pubblicità, con sporadici trailer qua e là, non incoraggia a ripetere il tentativo. Nel viaggio mi sono fatto spiegare i concetti fondamentali: razze, personaggi, cronologia degli eventi principali.
Il film, finalmente. C’è chi l’ha definito “una delle rappresentazioni più alte del viaggio dell’Eroe”, e in parte condivido il giudizio. La vicenda è coinvolgente e interessante, senza cali di tensione, con personaggi ben costruiti e ottimamente interpretati.
La resa è magnifica, con scene grandiose ed effetti speciali fantastici, il tutto condito da una colonna sonora memorabile. Tutta la storia è effettivamente centrata intorno al protagonista, James T. Kirk, figlio di un ufficiale della flotta stellare morto in missione, cresciuto in campagna dallo zio come un contadinotto, “riscattato” da un antico collega del padre, il capitano Pyke, che lo convince ad arruolarsi nella flotta stellare per seguire le orme dell’eroico genitore. Il giovane Kirk dovrà affrontare, con l’aiuto di una squadra di fedeli compagni, la stessa minaccia che uccise il padre e – indovinate un po’? – la sconfiggerà. Non prima che il cattivo di turno, per dare una lezione a uno degli aiutanti dell’Eroe, lo faccia assistere impotente alla distruzione del suo pianeta di origine.
Ricorda qualcosa? A me sì: l’amato Guerre Stellari. C’è anche tanto di anti-citazione finale: il vecchio Spock tornato indietro dal futuro che dichiara con solennità al giovane Spock del presente “Io non sono tuo padre”. Forse è un caso, forse mi sono inventato tutto, e forse è un modo per poter dire che questo Star Trek mi è piaciuto senza per questo considerami un traditore della Patria lucasiana.
Penso però che più probabilmente questo avvicinamento, nello stile più ancora che nelle citazioni, alla creatura di George Lucas, sia stato un subdolo stratagemma di J. J. Abrams per conquistare i fan di Star Wars, e magari proclamare una specie di armistizio nella guerra spaziale. Beh, per quanto mi riguarda c’è riuscito. Anche se probabilmente gli costerà la simpatia dei più irriducibili talebani fra i Trekkers, come Anna e Rebus.
scolastico!!! hehehe…