Leggo sulla Provincia Pavese di oggi di un sondaggio, commissionato dal PD lombardo, che prevede alle elezioni comunali di Pavia un ballottaggio tra il candidato del PDL Cattaneo, dato al 48%, e quello del PD Albergati, con il 46% dei voti. Le altre liste si spartirebbero le briciole, con la lista PRC-PdCI intorno al 2% e le liste civiche “di sinistra” (Campari-Beppe Grillo e Ferloni-Sinistra Democratica).
La netta sensazione è che si tratti di una mossa disperata del PD per evitare una sconfitta sicura puntando sull’appello al “voto utile”: francamente non ci credo che Albergati sia così vicino a Cattaneo, non dopo i disastri della Capitelli (con l’attuale candidato sindaco comodamente e plaudentemente seduto tra i banchi della maggioranza), non con la defezione di elementi non marginali della coalizione che elesse la Piera 4 anni fa. Alcuni che ora corrono da soli (fortunatamente Rifondazione e PdCI, Veltri e Sinistra Democratica) altri passati spudoratamente nella coalizione di destra (l’ex vicesindaco Filippi – che scandalo! – e il gruppo di Francesco Adenti, Pavia Città per l’Uomo).
La mia impressione è in sostanza che il PD abbia commissionato un sondaggio che lo dà molto più vicino a Cattaneo di quanto non sia davvero per convincere gli elettori indecisi a votare Albergati invece di “disperdere il voto”. Una manovra meschina, in linea con la ben misera proposta politica del Partito Democratico, a Pavia come nel resto d’Italia.
E in realtà, è tanto misera questa proposta politica, tanto lontana dal poter costituire una qualsiasi forma di opposizione, in città e dovunque, che non voterei per Albergati neppure se sapessi che il mio voto è determinante per farlo vincere o per garantirgli almeno il ballottaggio.
Perché questa è la vera posta in gioco in queste elezioni comunali: costruire un’opposizione che sia il più possibile forte, che sappia resistere agli attacchi che il PD ha portato avanti in questi anni contro la socialità, contro la libertà di iniziativa e di espressione, contro i beni ambientali, contro le comunità di immigrati, contro tutte le fasce più deboli della popolazione. Attacchi che certamente continueranno da parte di un’amministrazione di destra (e Cattaneo va promettendolo un po’ ovunque a tutti i suoi sostenitori), ma che non si vede come e perché dovrebbero cessare con una improbabile giunta guidata dal Partito Democratico, che a dispetto degli slogan sarebbe in tutto e per tutto coerente con quella precedente. Per rendersene conto, basta leggere il programma di Albergati: magari lo commenterò nei prossimi giorni.
Ecco perché non mi limiterò a votare, ma continuerò anche a sostenere la campagna elettorale della Lista Comunista e Anticapitalista. Perché credo che sia necessario costruire un blocco di opposizione, sia pure minoritario oggi, alle politiche securitarie che vengono portate avanti ovunque in modo assolutamente bipartisan. E credo che questo progetto non abbia possibilità di successo se non avrà come punto di riferimento organizzazioni politiche radicali e radicate – perlomeno un minimo – che non si dissolvano il giorno dopo le elezioni, che siano fondate non su qualche personaggio mediatico ma su un programma chiaramente di alternativa.
Per questo, con tutto il rispetto per le persone che in assoluta buona fede le voteranno, personalmente diffido delle liste civiche, e in particolare delle due liste che si presentano a Pavia: l’una, quella di Irene Campari (la ricordiamo quando uscì da Rifondazione in seguito a una polemica sull’assegnazione di un assessorato) non a caso alleata con i qualunquisti Amici di Beppe Grillo, l’altra, quella di Paolo Ferloni, che ha tra i suoi sostenitori quella Sinistra Democratica che fino al penultimo secondo è stata in città fedele esecutrice dei piani del PD.
È una questione di voto utile, ecco. L’unico, secondo me, è quello che serve per iniziare a costruire un’opposizione credibile, l’unico è quello dato ai comunisti.