Il Tristo Mietitore se l’è portata via, alla fine. Del resto erano almeno sei mesi, a voler essere generosi, che stava lì sulla soglia: prima o poi si sarebbe stancato.
Io l’ho conosciuta per poco più di un quarto della sua vita, tutta la mia da che ho memoria. La sua vita, lei l’ha spesa al servizio degli altri: mai un pensiero per sé, mai un piccolo lusso, sempre sacrifici e lavoro. Per gli altri ma non per tutti gli altri come una Madre Teresa, solo di un gruppetto attentamente selezionato: suo marito, suo figlio, i suoi nipoti. Sono grato di aver fatto parte di questo club esclusivo: sospetto che anche nelle sue preghiere ricordasse soltanto noi, e mai se stessa.
Adesso non c’è più, e io non credo che una qualche parte di lei stia in qualche altro luogo, fisico o metafisico. Ma non ho bisogno di questo conforto: mi è sufficiente sapere che le persone che le erano care la ricorderanno con amore e, spero, nei suoi momenti di gioia piuttosto che nella desolazione dell’infermità. Così gli esseri umani sopravvivono alla morte, davvero.
Per me, io ricorderò il sorriso nei suoi occhi quando andavo a trovarla, specialmente negli ultimi anni quando la lontananza rendeva più rare le visite, l’orgoglio con cui disse a una sconosciuta alla fermata del bus che suo figlio era laureato e i suoi nipoti andavano all’università, la sua soddisfazione quando chiedevo un cannellone in più al pranzo della domenica, la complicità di quando mi raccontava le avventure del mio papà da giovane, la preoccupazione con cui, quando partii per andare all’Università, mi mise in guardia dai “comunista” (plurale neutro) e perfino, anche se soltanto per frammenti, le passeggiate quotidiane nei mesi che trascorsi a Messina, da piccolo piccolo, quando ogni giorno o quasi mi faceva un regalo.
Ciascuno di noi, a cui teneva tanto, ha di questi ricordi: il modo migliore di onorare la sua memoria è tenerli vivi nel cuore. Ciao nonna, mi mancherai tanto.
:'(
Hey, leggo solo ora… mi spiace un sacco 🙁