Ci siamo. Domani e dopo si vota per le elezioni europee e, a Pavia, per le comunali.
Nelle scorse settimane ho chiarito, credo, che voterò per la Lista Comunista in entrambe le consultazioni. Per l’ultima volta prima dell’apertura dei seggi vorrei provare a spiegare il perché.
In una memorabile puntata dei Simpson in cui si svolge la campagna elettorale per le elezioni presidenziali si scopre, alla fine, che il candidato repubblicano e quello democratico sono entrambi in realtà i soliti alieni monoocchiuti, ovviamente d’accordo tra loro: il loro programma, al di là di apparenti differenze, è identico: conquistare il pianeta e asservire i terrestri.
Lo scenario politico in Italia oggi è più o meno quello (e il referendum del 20-21 giugno punta a consolidarlo). Due grossi schieramenti senza reali differenze, se non sulla figura di Silvio Berlusconi in quanto tale. Programmi fondati sul sostegno alle imprese (specialmente il PD alle grandi imprese) sotto forma di privatizzazioni di beni e servizi, grandi opere da appaltare e subappaltare (la TAV, i lavori per l’EXPO), flessibilità e precarizzazione del lavoro. Il tutto sostanzialmente a esclusivo danno dei lavoratori, degli utenti, dei consumatori. Questo vale a livello nazionale ma anche a livello locale: l’EXPO sarà un affare che riguarderà anche il Comune di Pavia, dove è già in atto da tempo, seppure agli stadi iniziali, un’estesa privatizzazione dei servizi pubblici, dall’acqua ai trasporti, e dove ancora si progetta di assegnare ai privati invece che alle associazioni che ne fanno richiesta le aree dismesse. Anche qui, PdL e PD sono sostanzialmente indistinguibili sotto il profilo dei programmi, anche se parte delle persone candidate a portarli avanti in consiglio comunale sono senza dubbio più dignitose di certi esponenti della destra.
Se democrazia è lo scontro sull’arena politica di voci diverse, in Italia oggi non c’è democrazia, e dopo queste elezioni rischia di essercene meno in Europa, e nulla a Pavia. Votare PD o PdL, votare Albergati o Cattaneo, non fa praticamente alcuna differenza, perché l’idea che hanno dell’economia e della politica, delle soluzioni per uscire dalla crisi, del modo di amministrare la città, è sostanzialmente la stessa. Il voto al PD per arginare la destra è un voto inutile, perché il PD non pone nessun argine reale sulle questioni che incidono di più sulla vita delle persone.
Il voto veramente utile è quello che consente una rappresentanza nelle istituzioni a una voce diversa dal coro, di opposizione reale e strutturata al sistema economico e politico esistente che tutte le altre forze accettano come dato di fatto imprescindibile. Fermo restando, naturalmente, che quella nelle istituzioni deve essere soltanto la cassa di risonanza di un movimento di opposizione che nasce e si struttura dal basso, nei posti di lavoro, nelle scuole e nelle università. Altrimenti, fine a sé stessa, la rappresentanza non ha senso.
Il buon risultato dei comunisti alle elezioni, insomma, da solo non serve a cambiare la società. La sua utilità sta nel fatto che costituisce l’unico modo concreto per dare voce, rappresentanza, struttura alla società che vuole cambiare.
In Italia oggi ci sono le basi per un movimento che, quello sì, crei un argine all’avanzare della destra. C’è stata lo scorso autunno la ripresa in grande stile del movimento studentesco, accompagnata da un’ondata di scioperi senza precedenti nel passato recente. Tutto lascia intendere (e sperare) che nell’autunno prossimo tutto questo tornerà amplificato. Questo, naturalmente, a prescindere dai risultati elettorali. Ma una forza anticapitalista in grado di far sentire la sua voce, dentro e fuori dalle istituzioni, è la migliore garanzia che un movimento del genere possa radicarsi e radicalizzarsi, e costruire le basi per una riforma di cui la nostra società ha estremo e urgente bisogno. È l’unico modo in cui un simile movimento possa avere una rappresentanza. Solo questa è democrazia.
Per questo voterò la Lista Comunista alle elezioni comunali, e invito tutte le persone di sinistra a fare altrettanto, indicando magari la preferenza per il sottoscritto o – meglio ancora – per il buon Mauro Vanetti.
Per questo voterò la Lista Comunista alle elezioni europee, e indicherò fra le tre preferenze quella per Antonello Mulas, operaio della Fiat di Mirafiori.
PICCOLA POSTILLA: PERCHÉ NON VOTERÒ PER LE LISTE CIVICHE A PAVIA
Mi riferisco in particolare a quella che candida Irene Campari e quella che candida Paolo Ferloni come candidati sindaci. Entrambe hanno nel loro programma punti ampiamente condivisibili, ma non mi convincono per diversi motivi.
La lista della Campari (già consigliere comunale eletta con i voti di Rifondazione, prima di uscire dal partito in seguito ad accese discussioni riguardanti posti di assessore nella giunta Capitelli) è ultra-personalistica: volti nuovi in consiglio comunale, come dicono? A essere eletta, dovesse andarle bene, sarebbe la sola Irene. Con il sostegno del qualunquista Beppe Grillo, che dopo aver in passato sostenuto l’abolizione dell’art. 18 si è permesso nel suo show a Pavia di contestare la FIOM (non che non si possa criticare, naturalmente, ma dipende da quale punto di vista!).
La lista di Ferloni, sostenuta dal Cantiere di Veltri e da Sinistra Democratica, non garantisce quell’indipendenza dal Partito Democratico che invece secondo me è essenziale: il capo cittadino di Sinistra Democratica è quel Bengiovanni assessore fino a un anno fa della Giunta Capitelli e certamente non esente da responsabilità (evidenziate all’epoca da alcuni dei principali sostenitori della lista oggi, in particolare da Giovanni Giovannetti) nella passata amministrazione.
Dico questo con il massimo rispetto dell’onestà dei sostenitori di queste liste. Solo, mi sembrano meno utili alla causa.
Visto che so che la Postilla te l’ho ispirata io, ti rispondo su quella. Tu dici: “è ultra-personalistica (…). A essere eletta, dovesse andarle bene, sarebbe la sola Irene”. Ecco, quello è esattamente il motivo per cui voterei la sua lista: perchè vorrei che Irene stesse in Consiglio. Il mio sarebbe, dichiaratamente, un voto pro-Irene-Campari-in-consiglio, per motivi che ti ho già spiegato; e il sostegno di Grillo…beh, LUI in Consiglio non ce lo vorrei, (mi sta pure sulle palle) ma nessuna lista per i miei gusti – nemmeno la vostra, mi spiace – è esente da difetti…
In tutto questo, uso il condizionale perchè il voto è, ovviamente, segreto ;P
La postilla in realtà l’ha ispirata il candidato della lista di Ferloni che ha commentato il post precedente, anche se naturalmente tiene conto delle conversazioni che abbiamo avuto sull’argomento.
È del tutto rispettabile la scelta di votare pro-Irene-Campari-in-consiglio, anche se personalmente *non* l’avrei voluta in consiglio neppure se fosse stata candidata di Rifondazione (visti i precedenti poi!).
Ma il punto su cui non siamo d’accordo (eh vabbè, capita) è che secondo me è più importante scegliere un programma che una persona. Si può discutere sulle capacità individuali di Pablo, ma le idee e le battaglie che porterà avanti non saranno le sue personali e sostanzialmente incontrollabili, ma quelle che chiunque ha potuto discutere in questi mesi, e che potrà continuare a verificare e mettere in discussione per tutto il mandato.
L’impostazione personalistica è quella che fa gioco ai Berlusconi, ai Di Pietro e ai Beppe Grillo, che non rendono conto a nessuno delle scelte che compiono. Mi è francamente spiaciuto vedere un giornale come Kronstadt piegarsi completamente a questa logica, fare la biografia dei candidati senza minimamente parlare dei partiti che vi sono dietro e dei programmi che hanno presentato.
Ne riparliamo comunque quando Irene appoggerà Albergati per il ballottaggio… 😉
Scusa, un commento che non c’entra con gli ultimi. Lo sai che io di politica non capisco molto.
Però. Diamine.
La gente torna, finalmente, a votare per la sinistra radicale, ma per essere sicura di non passare lo sbarramento la sinistra radicale si è divisa in due.
E’ una gag..
Scusa, lo so, è un pensiero superficiale. Infatti ho la pelle splendida.
Potrei dirti che un pezzo della “sinistra radicale” si è scisso dall’altro pezzo pochi mesi prima delle elezioni europee, con lo scopo esplicito di impedirgli di raggiungere lo sbarramento (tanto loro andranno a finire col PD tra poco). Potrei dire che c’è un partitino del cazzo che per giunta ha dichiarato che sarebbe entrato nello stesso gruppo europeo di PRC-PdCI, e che con il suo 0,60% avrebbe quasi fatto la differenza.
Ma sono troppo seccato in questo momento per commentare con lucidità.
eccomi. le europee bruciano. ho preferito Haidi Giuliani e Argentino, poi Margherita Hack, più che altro per simpatia (l’anagrafe non le avrebbe consentito grandi cose). stesso messaggio che invochi tu stesso: simbolo di Genova e simbolo dell’eccidio alla Thyssen Group. e stessa nera incazzatura.
riguardo a Pavia: mmhno, non so a quale dichiarazione di Giovannetti ti riferisci, ma l’indipendenza dal PD è arci nota. E Sinistra Democratica si è offerta di sostenere Ferloni, il cui programma è strettamente vincolante. Per me, non so per altri, è un incubo il ballottaggio: votare Albergati – dopo che abbiamo proposto il commissariamento dell’ASM per di più – la patirei come una violenza a me stesso. In lista credo si deciderà per la libertà di coscienza, e a quel punto chi se la sentirebbe di votare Cattaneo? Nessuno. E se si va al mare è anche peggio. La soluzione sarebbe Ferloni che va al ballottaggio con Cattaneo… e poi tornare su Tatooine a completare il nostro addestramento jedi.
dimenticavo: tutto questo se Cattaneo non vince al primo turno, cosa che tutti danno per sicura (io no) e che appare come una prospettiva terrificante.
Sulle Europee aspetto di essere un po’ più fresco per articolare un commento sensato: le chiacchiere da bar vanno bene su Facebook, ma qui preferisco mantenere un livello più alto… 🙂
Quanto alle Comunali, io sinceramente ho pochi dubbi che Cattaneo vincerà al primo turno, e con un certo agio anche. E mi dispiace. Intanto per il ritorno ufficiale della destra a Pavia (in via informale, c’è stata anche durante l’amministrazione Capitelli, e poi perché sarei stato curioso di vedere come si sarebbero comportate proprio le due liste civiche, specialmente se il premio di maggioranza fosse stato il discrimine tra dentro e fuori dal Consiglio comunale. Giovannetti (so che non è portavoce ufficiale della lista, ma in molte occasioni si è comportato come tale) intervenne all’incontro con Ferloni al Sottovento dichiarando che “dobbiamo spostare a sinistra il PD”.
Rifondazione e PdCI presumo non darebbero indicazioni di voto in alcun senso in caso di ballottaggio, e mi sembra la cosa più sensata. Io personalmente ho programmato proprio di andare al mare: non dico siano la stessa cosa Albergati e Cattaneo, ma la differenza è talmente ridotta che non me la sento di scegliere il così poco meno peggio.
Comunque temo che il problema non si porrà: lo scopriremo stasera!
già (groan). hai avuto ragione su molti punti. sto preparando un articolo lungo, da postare sul blog. mi piacerebbe avere la tua opinione, poi.