INNSEgnamenti

Vittoria!La lotta paga. Questa è la lezione che gli operai della INNSE Presse di Milano hanno insegnato a tutti i lavoratori italiani: dopo quindici mesi di battaglie, culminate la scorsa settimana con l’auto-isolamento di cinque operai sopra un carro ponte all’interno della fabbrica, la Prefettura di Milano ha finalmente svolto un effettivo ruolo di mediazione e ha accolto la proposta di acquisto del gruppo industriale bresciano Camozzi. Tutti i macchinari sono passati di proprietà, compresi quelli già teoricamente venduti dal famigerato Genta, e la produzione riprenderà a pieno regime dal primo ottobre. Intendiamoci, Camozzi non è certo un filantropo e dall’acquisto della fabbrica guadagnerà parecchio: parole come “Io amo il prodotto e non i soldi” sono ipocrisia allo stato puro; ma di vittoria si tratta comunque, a tutti gli effetti.

La visibilità ottenuta dagli operai della INNSE sta già avendo un effetto su decine di realtà analoghe sparse in tutta Italia, prima fra tutte quella Calci Idrate di Marcellina, dalle parti di Roma, dove sette operai sono saliti su un ballatoio a una cinquantina di metri di altezza per protesta contro la decisione del Comune di sfrattare lo stabilimento.

E se la vertenza della INNSE ha avuto una soluzione piuttosto rapida, perlomeno da quando ha raggiunto gli onori delle cronache nazionali, uno dei motivi è senz’altro il timore diffuso tra gli imprenditori e i loro rappresentanti nelle istituzioni che i metalmeccanici di via Rubattino potessero fare scuola, nelle centinaia di vertenze che si apriranno nel prossimo autunno.

La speranza è che gli incubi di questi signori diventino realtà, e che la vittoria degli operai della INNSE ispiri centinaia di altre lotte nei prossimi mesi. Questi lavoratori hanno dato la migliore lezione possibile su come si conduce una battaglia: ora tocca agli altri, e specialmente ai partiti e ai sindacati che vogliono rappresentarli, dimostrare di averla imparata.

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