Le vacanze sono finite, ormai da tre settimane. E si vede da quanto Avvocatolaser è stato trascurato ultimamente. Ma non ci sono alibi che tengano: così approfitto di questo sabato mattina di presidio in studio per completare il mio racconto dell’estate lucana, e prometto maggiore cura nei prossimi giorni.
GIORNO QUATTRO: TRA I SASSI
Uno degli aspetti più affascinanti della Basilicata è che pur essendo una regione relativamente piccola (la settima più piccola d’Italia, mi informa Wikipedia) offre un’incredibile varietà di paesaggi. Nei giorni scorsi sono stato tra le colline, al mare, tra monti rigogliosi di boschi; i dintorni di Matera sono invece completamente diversi: una specie di altopiano pietroso e secco, rotto da fenditure profonde, quasi dei piccoli canyon. Non proprio un ambiente ospitale, si direbbe.
Con la macchina saliamo alla ricerca di una “vista panoramica” fuori dalla città: il panorama per un bel pezzo non è altro che roccia bianca e selvaggia, tanto da sospettare che ci siamo persi. Ma in realtà è soltanto una sapiente deviazione di Pietro, che ci conduce a una specie di terrazzo naturale: di fronte, separata da un crepaccio profondo almeno un centinaio di metri, una vista da togliere il fiato. Più che il fatto che sia Patrimonio Mondiale dell’Umanità per l’UNESCO, decisamente più della notizia che siano stati scelti da Mel Gibson per ambientarvi il suo terribile The Passion, le foto possono dare un’idea almeno approssimativa della bellezza dei Sassi di Matera.
Tutti sanno che a Matera ci sono i Sassi di Matera: perfino io lo ricordavo da puzzle e altri giochi d’infanzia, purtroppo poco provvisti di immagini. Ma senza vederli dal vivo, pure sapendo esattamente di che cosa si tratti (e questo io non me lo ricordavo affatto), non si può davvero averne l’idea.
Rifatti gli occhi, abbagliati da tanta bellezza (e dal Sole che rimbalza sulla pietra bianca che ci circonda da ogni parte), facciamo retromarcia, aggiriamo il canyon ed entriamo in città.
Troviamo un parcheggio “creativo” appena fuori dai Sassi, e appena entrati nel rione più antico ci accorgiamo che un sacco di gente è stata molto più creativa di noi: ovunque possa passare un’auto, ce ne sono decine parcheggiate. Altro che Patrimonio dell’Umanità!
Dopo pochi minuti due ragazzi ci corrono incontro e si affannano a proporci di pranzare alla Cantina della Bruna, evidentemente un ristorante lì vicino, illustrandoci il menu e raccomandandoci di menzionare il loro nome quando andremo: si chiamano, se non ricordo male, Andrea e Pachi, presto ribattezzati Arturo e Kiwi. Nonostante un certo scetticismo, finiamo per mangiare proprio lì, e il pranzo merita un link.
Il caldo e il pasto ci consentono non più di un paio d’ore di autonomia pomeridiana nella città scavata nel tufo. Poi è tempo di partire: lasciamo per qualche giorno la Basilicata per sconfinare in Puglia e visitare Bari e dintorni per un paio di giorni.
Non racconterò di Bari, né di Polignano, Alberobello e Castel del Monte: non me ne vogliano gli amici pugliesi. Sono tutti posti bellissimi, come mostrano le foto. Ma il motivo per cui ho scritto delle mie vacanze è fare un po’ di pubblicità alla misconosciuta Basilicata, mentre la Puglia, diciamo così, non ha bisogno di ambasciatori.
Si chiude qui perciò la cronaca delle vacanze: spero siano più i lettori a cui è venuta voglia di fare un giro da quelle parti di quelli a cui è passata la voglia di leggere il sito…