Ieri, sfogliando La Provincia Pavese dal barbiere (ah, che immagine d’altri tempi!) mi sono imbattuto in un articoletto che mi ha fatto arricciare i capelli: pure quelli che erano già stati tagliati. Ho deciso così di scrivere una lettera al giornale, ma dubito che verrà pubblicata. Me la pubblico da solo: avere un blog serve pure a questo. In calce alla mia lettera c’è l’articolo incriminato.
Spettabile Redazione,
su La Provincia di oggi 24 settembre, a pag. 16, compare un breve articolo dal titolo “VIENE TRUFFATA IN STRADA – Non compra dall’ambulante e le sparisce il portamonete”, a firma “a.a.”
Questi i fatti: un’anziana pensionata viene fermata per strada da un giovane, “probabilmente nordafricano” che le chiede di acquistare dei fazzoletti di carta. La signora rifiuta e il giovane non insiste. Pochi minuti dopo la pensionata raggiunge casa e, nel cercare le chiavi, si accorge di non avere più il portamonete.
Da questa mera concatenazione di eventi (incontro con l’ambulante + smarrimento del portamonete) l’anziana “deduce” che il portamonete le sia stato sottratto dal (probabilmente) nordafricano. Quel che è assai peggio, il misterioso giornalista “a.a.” ritiene di accreditare questa ipotesi come un’incontrovertibile verità, tanto da definire il giovane, fin dalla primissima parola del pezzo, “il truffatore”, e da parlare senza mezzi termini di “furto con destrezza”.
Su quali circostanze possano basare questa certezza, tanto la pensionata quanto il giornalista, non è dato sapere: la spiacevole impressione è che l’unica base dell’intera supposizione sia la presunta appartenenza etnica dell’ambulante. Un simile comportamento è già di per sè odioso, ma diventa particolarmente grave se il pregiudizio viene raccolto e dato acriticamente per buono da un quotidiano!
Senza bisogno della toga da avvocato penalista, è sufficiente il buon senso per rendersi conto che un tale articolo non solo contravviene alle regole elementari dell’informazione giornalistica (prima di tutto, la verifica delle fonti) ma è pure nemmeno velatamente razzista.
Il principio garantista, invocato a sproposito a ogni pie’ sospinto, impone che chiunque sia considerato innocente fino a prova contraria. Troppe volte questo principio basilare di civiltà viene accantonato con estrema disinvoltura quando si tratta di immigrati!
Questo caso, poi, sfiora il ridicolo: e se l’anziana signora avesse incontrato sulla via di casa non un ambulante nordafricano, ma il suo parroco, o magari il giovane sindaco di Pavia?
Cordiali saluti
Alessandro Villari
avvocato del lavoro
Non compra dall’ambulante e le sparisce il portamonete
Viene truffata in strada
PAVIA. Il truffatore si è avvicinato con la scusa di venderle una confezione di fazzoletti di carta. Ma, con una mossa molto veloce, le ha portato via il portamonete che teneva dentro la borsa. La vittima del furto con destrezza è una donna di 76 anni che abita a Pavia. Il bottino è di circa sessanta euro in contanti.
La vicenda è avvenuta martedì mattina in via Albani. La pensionata stava ritornando a casa quando un giovane, probabilmente nordafricano secondo la descrizione fornita dalla stessa donna, si è avvicinato. «Vuole comperare dei fazzoletti di carta?», le ha chiesto.
«Grazie non mi interessa», ha risposto la pensionata, che si è allontanata. La vicenda sembrava finita lì. Il giovane si è allontanato senza insistere. La donna è arrivata davanti alla porta di casa dove ha preso le chiavi sempre dall’interno della borsa. Solo in quel momento si è accorta che mancava il portamonete. (a. a.)
Non solo ti si sono arricciati capelli già tagliati, ma – quel che è più paradossale – capelli già ricci in partenza.
Anche io sono inorridita leggendo l’articolo…una sciura perde il borsellino, e ovviamente è una truffa del solito extracomunitario malvivente…
E poi non riesco a capire perchè il ladro venga definito un truffatore. Voglio, dire, se io mi avvicino a un malcapitato con la scusa di chiedere l’ora, e contemporaneamente gli sfilo il portafoglio, sono un truffatore?
E se mi fingo un cliente di una banca, e poi tiro fuori una pistola, sto facendo una truffa a mano armata?
Amico, un invito per te: http://antaress.splinder.com/post/21398311/Meme+%22Honest+scrap%22
Sono finito sulla prima pagina della Provincia Pavese il giorno 21 nov. 2009.
L’articolista ha scritto un articolo riportando il mio nome e cognome nonchè il luogo di residenza. Chi dovesse leggere l’articolo sarà portato a ritenermi inequivocabilmente colpevole dei reati per i quali sono stato rinviato a giudizio. Il processo si farà a maggio ma è come se già avessi una condanna.
Ho contattato il giornalista riferendogli la mia versione dei fatti ma, il giorno dopo, sebbene sia stato pubblicato un altro articolo, le cose principali che gli ho detto non sono state scritte.
Cosa devo fare con questo personaggio? tale Maida?
Mi indichi una via alternativa alla violenza, la prego.
La vicenda mi era sfuggita, ma ho rimediato con l’archivio del giornale.
Non entro nel merito della questione, dal momento che non ho alcun elemento né alcun titolo per farlo. Se ritiene che l’articolo di Mayda abbia toni eccessivamente giustizialisti, ne parli con l’avv. Bressani che la assiste nella vicenda: è sicuramente la persona più qualificata per darle un consiglio.