Impressiona, di questa crisi economica, che colpisca pressoché indifferentemente industrie grandi e piccole, officine metal meccaniche e poli di ricerca avanzata. Non solo INNSE e LASME, dunque: nelle scorse settimane è scesa in piazza la protesta dei lavoratori di PGT Photonics, società del gruppo Pirelli fino a poco più di un anno fa e oggi posta in liquidazione dai nuovi padroni americani.
La vicenda mi interessa non solo perché l’azienda in questione produce laser, ma anche per il fatto che tra i lavoratori coinvolti ci sono diversi amici miei.
Tutto ha inizio nell’aprile 2008, quando il gruppo di Tronchetti-Provera decide di far confluire in un’unica azienda, PGT Photonics, le linee di ricerca e di produzione che in precedenza si occupavano di fotonica in due diverse strutture: Pirelli Broadband Solutions e Pirelli Labs.
Questa operazione prepara quella successiva: nel luglio 2008 Pirelli cede la nuova società, PGT Photonics all’americana CyOptics, società operante nel settore della componentistica ottica. Allo stesso tempo, Tronchetti-Provera acquisisce la quota di maggioranza (relativa) della società americana. Il progetto sbandierato dai vertici di Pirelli è quello di un’alleanza strategica nel mondo dell’ottica tra due realtà che dovrebbero integrare le rispettive competenze. Sarà per questo che il pacchetto ceduto da Pirelli agli americani include, oltre all’azienda e ai suoi dipendenti, anche una ventina di milioni di euro, che in teoria dovrebbero servire a sviluppare nuovi progetti all’interno di PGT Photonics.
Ma la pratica si rivela ben diversa dalla teoria.
Già a partire da settembre 2008 e nel corso dei mesi successivi i progetti chiave vengono continuamente cambiati e le priorità modificate di volta in volta, mentre le tecnologie di punta sviluppate in precedenza, e in particolare le linee di produzione del laser, vengono trasferite negli impianti di CyOptics in Messico.
In questo modo la situazione degenera molto rapidamente. Da febbraio 2009 viene avviata la Cassa Integrazione ordinaria. Nel periodo successivo, i contratti a termine vengono portati a scadenza e non più rinnovati, i rapporti di consulenza vengono interrotti.
Dopo l’estate, l’atto finale con l’annuncio della messa in liquidazione di PGT Photonics. Un’ottantina di dipendenti – tutti quelli rimasti dopo le riduzioni di organico, e dopo che i più fortunati sono riusciti a trovare un nuovo lavoro – riceveranno la lettera di licenziamento.
Fossimo in una realtà come la INNSE, i lavoratori si fabbricherebbero delle spade laser e inizierebbero la resistenza. L’obiettivo dei dipendenti ex Pirelli, invece, apparentemente è più modesto: ottenere una buona ricollocazione, o almeno un incentivo all’esodo che consenta di cercare una nuova occupazione senza avere troppo fiato sul collo. Ma il fatto che la rivendicazione sia forse meno ambiziosa non la rende automaticamente più facile da ottenere: per oltre un mese dall’annuncio della liquidazione si è fatta attendere una proposta della società e l’apertura di un tavolo di trattative.
Così, per ottenere un po’ di visibilità, i lavoratori di PGT Photonics sono scesi in piazza una decina di giorni fa. Qui si possono trovare diversi video della giornata. La loro protesta è rivolta principalmente contro un padrone, la Pirelli di Tronchetti-Provera, che per anni ha fatto incetta di finanziamenti pubblici e di proficue collaborazioni con la ricerca universitaria portando in palmo di mano la ricerca d’avanguardia dei suoi laboratori, per poi disfarsene in cerca di profitti maggiori in altri settori più “alla moda”. In pratica – dicono, e hanno certamente ragione – sono stati venduti per essere chiusi.
Insomma, le realtà sono diverse, diverso l’atteggiamento dei lavoratori e l’intensità delle loro lotte. Ma una cosa non cambia mai: i padroni incassano, i lavoratori subiscono senza avere voce in capitolo, e se va bene raccolgono qualche briciola. L’unico modo per invertire la rotta è lottare: i lavoratori ex Pirelli hanno iniziato a farlo (e qualcosa sembra possano ottenere) Chissà che magari, prima o poi, se le fabbrichino davvero le spade laser!