Periodicamente si ripete l’annosa discussione su quale sia il film più brutto di tutti i tempi. Approfittando delle vacanze, mi sono messo in cerca di candidati all’altezza, e penso di aver trovato qualcosa.
BloodRayne, film del 2005 di tale Uwe Boll, è così scadente che non ne esiste neppure una pagina in italiano su Wikipedia. Dalla pagina in inglese cito una sintesi che più azzeccata non si può: “every actor is miscast, every wig is too fake, every sex scene is too inappropriate and every action scene is too improvised.” Penso che non occorra tradurre.
Il film è tratto dall’omonimo videogioco, che non conosco. Protagonista è Kristanna Loken, già “apprezzata” nel vergognoso Terminator III – Le Macchine Ribelli, che interpreta stavolta BloodRayne, una Dhampir (incrocio tra padre vampiro e madre umana) che all’inizio della vicenda, apparentemente senza motivo, si ricorda che suo padre, il re dei vampiri Kagan (Ben Kingsley), ha stuprato e ucciso sua madre e decide di vendicarsi. Ben presto incontra altri personaggi, Vladimir (Michael Madsen), Sebastian e Katarin (Michelle Rodriguez, già spalla di Milla Jovovich nel primo Resident Evil), tre cacciatori di vampiri membri della Brimstone Society (sembrerebbe una società di cacciatori di vampiri, ma non viene spiegato nulla) già sulle tracce di Kagan. Si unisce a loro e – sorpresa, sorpresa! – uccide il vampiro. Nessun colpo di scena, nessuna sottotrama, tutto fila liscio dall’inizio alla fine.
Tutto qui? Purtroppo no.
Nel 2007 Uwe Boll ha donato al mondo il sequel di questo obbrobrio: BloodRayne II: Deliverance. Stavolta i vampiri sono… nel West! Oltre a tutti i difetti del primo film, questo secondo ha parecchie aggravanti. Intanto la recidiva. E poi ci sono una lunga serie di idiozie talmente insensate che potrebbero sembrare una parodia, se non fosse tutto terribilmente serio. Per comprenderne fino in fondo la bruttezza, a cui contribuisce anche l’atroce doppiaggio italiano, bisognerebbe vederlo, ma francamente non lo consiglio a nessuno.
Via Michael Madsen, a quanto pare disgustato dopo il primo film, via Ben Kingsley (ucciso da Rayne) e via pure Kristanna Loken, sostituita da tale Natassia Malthe. I vampiri, guidati da nientepopodimeno che Billy the Kid (proprio lui! quello di Pat Garret e Billy the Kid con Knocking on Heaven’s Doors nella colonna sonora!) si impadroniscono della cittadina di Deliverance, dove di lì a una settimana verrà inaugurata la ferrovia. Il loro piano? Semplice: vampirizzare tutti i passeggeri che scenderanno a Deliverance, e così creare un’armata e conquistare l’intero Paese.
Rayne incontra l’ammazzavampiri Pat Garret, i due reclutano altri due pistoleri (un prete pazzo e un alcoolizzato) in una scena che vorrebbe riprendere I Magnifici Sette ma ricorda più l’Ettore Fieramosca con Bud Spencer, terribilmente in peggio. Insieme si recano a Deliverance e fanno fuori i vampiri. Fine.
Vale la pena però descrivere in dettaglio la scena dell’assalto dei quattro alla cittadina infestata, così che la mia non sembri un’esagerazione.
È mezzanotte, quando i nostri eroi fanno il loro ingresso nella piazza, sulle note di un motivetto epico finto-Morricone. Un momento: mezzanotte?? E perché mai scegliere di attaccare dei vampiri di notte, sapendo che non tollerano la luce del giorno? Ma va beh.
Comincia una lunga sparatoria, mentre i quattro si separano (saggia mossa): Rayne da una parte, Pat Garret da un’altra e gli altri due insieme. Il prete e l’ubriacone, che non si sono mai visti prima (ma per misteriose ragioni hanno accettato di buon grado di farsi ammazzare dai vampiri), si scambiano lazzi da vecchi amici del tutto fuori luogo e incomprensibili: “Perché ti chiamano Slime Bag?” chiede il prete. “Mi chiamano Slime Bag?” replica l’alcoolizzato, sorpreso quanto gli incauti spettatori.
Nel saloon sono radunati gli umani superstiti, guidati dal sindaco coniglio e da un giornalista di città grasso e sfigato. Non è dato sapere perché Billy the Kid non li abbia vampirizzati tutti. Ma va beh. Una discussione si consuma tra tale Sally, i cui figli insieme ad altri bambini sono stati rapiti da Billy per farne una riserva di sangue fresco, e gli altri avventori: Sally propone di uscire ad aiutare gli ammazzavampiri, il sindaco consiglia prudenza.
Rayne trova il suo nemico. Il diabolico Billy ha architettato un meccanismo tipo “secchio sulla porta”: quando l’eroina gira la maniglia, un peso solleva i bambini, tutti con la testa in un cappio. Il più basso muore subito impiccato, gli altri boccheggiano mentre Rayne regge il contrappeso con entrambe le mani, per impedire ulteriori uccisioni. Billy se la ride, fa battute di pessimo gusto, sorseggia il sangue del bimbo morto e invita la sua cacciatrice a unirsi a lui con parole melliflue. I bambini piangono, tranne quello morto (diventato improvvisamente verde). Rayne chiede a Billy “Che cosa vuoi fare?” Evidentemente è l’unica a non averlo capito. Billy glielo spiega comunque, tanto per levare ogni dubbio.
Il giornalista grasso tiene una toccante orazione cercando di suscitare il coraggio degli uomini. Così toccante che nessuno viene convinto, tranne il sindaco che a sua volta si lancia in un discorso pressoché identico.
I due amiconi cadono in un agguato dello sceriffo-vampiro che stavano inseguendo. L’alcoolizzato si accende una sigaretta. “Non dovresti fumare” “E tu non dovresti parlare” Il pubblico spera che muoiano presto entrambi. Invece purtroppo interviene in loro aiuto Pat Garret, e salva il pretazzo. L’ubriacone crepa, forse per i colpi di mitragliatrice, forse a causa della sfiga di prete. Ma per fortuna lo sceriffo finisce il lavoro, inseguendo l’ammazzavampiri fin davanti al saloon.
Intanto, il discorso del sindaco ha avuto lo stesso effetto di quello del giornalista: i due escono da soli. “Voi non siete più i benvenuti a Deliverance“, dice il sindaco a uno dei due vampiri, dopo aver ucciso l’altro. Il quale, giustamente, lo fa subito secco. Il giornalista ciccione scappa dentro il saloon e, per la terza volta, si rivolge ai codardi che osservavano dalla finestra chiedendo loro di impugnare le armi contro gli oppressori.
Rayne nel frattempo trova finalmente il modo di mollare il contrappeso e liberare i bambini senza farli impiccare. Quale modo? Farlo. Forse poteva pensarci prima. Ed ecco che inizia la scena più attesa dall’inizio del film: il duello tra Rayne e Billy. Come sempre in questi casi, pare per un momento che il vampiro prevalga (“E adesso diamo inizio alla carneficina!” ripete due volte a distanza di 30 secondi nello stesso discorso agli umani attoniti, finalmente usciti dal saloon). Ma è Pat Garret a risolvere la contesa, con una scarica di mitragliatrice.
Gli umani, che non hanno sparato un colpo, osservano Rayne piantare un paletto nel cuore di Billy the Kid e porre fine al loro incubo. Il giornalista sfigato viene nominato nuovo sceriffo di Deliverance, e i nostri se ne vanno ciascuno per la sua strada (a Tombstone, dove Wyatt Earp si sta occupando di alcuni vampiri!). Il film termina con Pat Garret che ci spiega la morale della storia: “La vita è come un pene: quando è duro sei ubriaco, e quando è moscio lo puoi bastonare” (sic!).
Tutto finito? Macché! Nel 2010 è atteso il terzo capitolo della fetida saga: “BloodRayne III: Warhammer“. Sfido i lettori a trovare qualcosa di peggio.
Uwe Boll è tristemente noto per le sue orrende trasposizioni cinematografiche di videogiochi…
Comunque il primo Bloodrayne (gioco) non è malvagio 🙂