La difesa delle frontiere è più importante della tutela dei minori in età scolare: questo ha stabilito la I Sezione Civile della Corte di Cassazione, decidendo, contro una pronuncia di nemmeno due mesi fa, che gli immigrati senza permesso di soggiorno possono essere espulsi dall’Italia anche se hanno figli che vanno a scuola. Questo a meno che vi siano “situazioni eccezionali e contingenti” che rendano indispensabile la vicinanza.
Strano, pensavo che fosse sempre indispensabile per un bambino avere vicini i propri genitori. Certo, cresceranno felici e riconoscenti per non essere stati strumentalizzati dai cinici genitori che li sfruttavano soltanto per non rischiare l’espulsione, come ha commentato il Ministro dell’Istruzione Gelmini, che figuriamoci se perdeva occasione di dimostrarsi una pazza senza cuore: “la legge è chiara e va rispettata”. Senz’altro la rispetteranno volentieri questi bambini separati dalla famiglia, ripensando a quando il padre è stato espulso.
Il principio stabilito dalla Cassazione è talmente disumano che pare incredibile stare qui a commentarlo. Non che la colpa sia dei giudici di per sé: è stata la destra a introdurre il Pacchetto Sicurezza che ha reso la clandestinità un reato, peraltro proseguendo con coerenza una strada già tracciata dai vari governi di centrosinistra, e già percorsa da Giunte di ogni colore (vero, Capitelli?).
Certo, questi giudici evidentemente non hanno avuto il coraggio – o l’intenzione – di lasciare aperto un piccolo spiraglio di umanità in questa legge razzista. Altro che toghe rosse…