Dopo quasi un mese di inattività forzata, risolto il guasto con l’aiuto dell’amico Mauro, l’attività di AvvocatoLaser riprende con la prima giornata dell’annunciata rubrica Campionato Laser: grazie a tutti i collaboratori che hanno contribuito e buona lettura!
SERIE A – PRIMA GIORNATA
UDINESE – GENOA 0-1
Mesto 36’ s.t.
Si sa che il tifoso del Genoa è una categoria antropologica a parte: decenni di sfighe cosmiche non riescono a scalfire l’entusiasmo per il Vecchio Grifone. E quando dico sfighe, non parlo a vanvera. Cito alcuni esempi fra i più recenti: scudetto della (scusate il termine) Sampdoria, dirigenti incredibili (vi ricordate “Nube che corre” Dalla Costa?), retrocessioni in C (sul campo e grazie a ormai mitiche valigette)…
Di qui è probabilmente nata la leggenda di una maledizione della durata di 100 anni, scagliata sul Grifone da una contadina contraria alla costruzione dello stadio di Marassi. Come è come non è, la maledizione scade proprio quest’anno e il Genoa inizia il campionato con una discreta bottarella di fortuna. Non so se mi spiego: goal in rovesciata di Mesto (che il cognome è già un programma).
Nel primo tempo, l’unico evento degno di nota è che “Pepperoni Maccheroni” Luca Toni si spacca dopo mezz’ora ed esce (un grazie a Mario Sconcerti per aver pronosticato Toni sopra i 20 goal quest’anno…).
Anche il secondo tempo in realtà è piuttosto avaro di emozioni. Del Genoa piacciono abbastanza i nuovi acquisti, soprattutto in difesa Ranocchia sembra veramente un difensore di livello (andrà visto con attacchi un po’ più tosti). Eduardo non deve faticare troppo, ma da un’impressione di sicurezza e, dopo due anni di Amelia e “Calamità” Rubinho, non può che essere un miglioramento. Buona partita anche per Veloso e Rafinha. La ripresa si trascina stancamente verso lo 0-0 con pochi brividi. Qualche serpentina di Sanchez e un paio di tiri da fuori è tutto quello che l’Udinese riesce a produrre (Di Natale poco incisivo e sostituito nel finale). Il Genoa ha una manovra abbastanza vivace ma manca un centravanti vero e in pratica non si tira mai in porta.
Fino al 36′, quando Pasquale fa un fallo inutile su Zuculini (da tenere d’occhio, 30 minuti di grande sostanza per lui). Punizione di Rafinha, Dainelli la tocca di testa verso il centro dell’area e Mesto la sciabatta in rovesciata di esterno destro, mettendola nell’unico punto che Handanovic non può raggiungere. 1-0 e primi 3 punti tanto sudati quanto preziosi.
Gabriele “Sbatte” Dasso
ROMA – CESENA 0-0
Dopo vent’anni di purgatorio, il Cesena si ripresenta in serie A incredibilmente senza Piraccini e Verza, ma con lo scudettino di serie B sul petto. Rapidi e sagaci, i giocatori romagnoli fanno la loro partita, impostando un match “di rimessa”: in pratica ergono una muraglia di piadine davanti alla loro porta, gettano squacquerone in faccia agli avversari e ripartono con contropiedi da razzo missile. Al loro cospetto, i nostri lupacchiotti preferiti cercano soluzioni per scardinare l’arcigna difesa, ma, non trovandone, gioiscono comunque del primo punto stagionale (+1 rispetto alla stagione precedente). Recordeve : anche nell’anno dell’ultimo scudetto giallorosso, Antonioli ha giocato la prima partita all’Olimpico.
Emanuele Carantani
BARI – JUVENTUS 1-0
Donati 43’ p.t.
Ambisinistro. Questo è un neologismo che nella mia squadra usiamo per definire un calciatore che sa tirare male sia col destro che col sinistro. Insomma: se il calcio fosse una fiaba, l’ambidestro sarebbe il buono e l’ambisinistro il cattivo. Ecco: questa Juve è ambisinistra, due volte sinistra (da sinistro: qualcosa di raccapricciante). Un po’ per la prestazione schifosa col Bari, molto di più perché a 24 ore dalla fine del mercato non ha ancora un’identità. 50 milioni di Euro spesi per giocatori pessimi ma adatti al gioco di Delneri (Pepe), buoni ma con tante incognite (Motta, Aquilani, Bonucci), mediocri-sopravvalutati e inadatti al 4-4-2 delneriano (Quagliarella e soprattutto Martinez). Con le scelte discutibili di rinunciare per pochissime lire a gente come Trezeguet, Criscito, Giovinco e Diego. Con quale prospettiva? In 24 ore arrivano una punta di peso e un terzino sinistro? E poi? Di 4 centrocampisti fortissimi (in Europa nessuno ne ha 4 di tale qualità) veramente adatto al 4-4-2 c’è solo Sissoko. Come primo commento stagionale preferisco porre tali domande, che ho paura saranno ricorrenti nelle prossime partite, piuttosto che dilungarmi nella cronaca della partita che si riassume cosi: Juve anonima e incolore, Bari che gioca a memoria (anche perche è l’unica squadra insieme alla Roma che non ha cambiato molto ed è rimasta con lo stesso mister), colpo di Donati: gol. Bari 3 punti, Juve 0 anche in identità. Chi mal comincia… è un ambisinistro!
Michele Orezzi
FIORENTINA – NAPOLI (1-1)
Cavani (N) 7’ p.t., D’Agostino (F) 5’ s.t.
Perche’ Fabio? Perche’? E’ questa la frase che ripeto con un mantra da tre giorni ormai. Io sono Matteo cinemablog.org Vitolo e ho visto per voi Fiorentina Napoli. Partita ostica. Un difficilissimo avvio di campionato. Anche perché il Napoli ha giocato giovedì control Elfsborg qualificandosi per i gironi di Europa League. E quindi ha un po’ di stanchezza nelle gambe. E la Fiorentina ha tutte le intenzioni di tornare protagonista.
Ma passano solo sette minuti sette quando Edinson Cavani mi fa esclamare “Fabio chi?” con un gol di testa (forse dentro o forse no). Passaggio illuminante di Hamsik per Dossena che crossa in modo paradisiaco per il testone di Cavani. Episodio che in qualche modo fa cambiare la partita. Si perché l’arbitro, che forse si sente un po’ in colpa, comincia a tirare fuori cartellini gialli su cartellini gialli per ogni minimo contatto. Gilardino si butta come se lo avessero fucilato ogni volta che Capitan Cannavaro gli passa di fianco. E l’arbitro forse non ha ripassato bene le regole della simulazione. Il primo tempo scorre molto piacevolmente in realtà con un sacco di capovolgimenti di fronte. La Fiorentina non ci sta e il Napoli la punisce con la velocità del duo Lavezzi Cavani.
Al ritorno dagli spogliatoi la Fiorentina attacca a spron battuto fino a che D’Agostino si inventa una rasoiata da fuori area che l’ottimo De Sanctis non riesce a fermare. Il resto della partita continua nella piu’ completa confusione arbitrale. Gervasoni prima espelle Vargas per una testata su Campagnaro e poi espelle Blasi per doppia ammonizione. Chi lo avrebbe detto eh? Blasi espulso. Meno male che arriva Yebda. Un pareggio giusto che piace ad entrambe le squadre.
E mentre comincio a preparare la valigia per Venezia 67 vi do il mio più caro saluto e un arrivederci al 13 Settembre. Io sono Matteo cinemablog.org Vitolo e me ne vo al Festival di Venezia con un punticino niente male in classifica.
Matteo cinemablog.org Vitolo
MILAN – LECCE 4-0
Pato 16’, 28’, Thiago Silva 23’ p.t., Inzaghi 44’ s.t.
Serata appetitosa per la curiosità che desta e per l’attesa, quella dell’esordio del Milan contro il Lecce a San Siro. Curiosità: perché Mister Allegri è alla guida di una “grande” per la prima volta ma non ha mai vinto alla prima di campionato. Attesa: perché c’è sempre voglia di vedere all’opera i nuovi acquisti, o di vederli e basta, come nel caso di Ibrahimovic, a cui è stata destinata la tradizionale passerella di presentazione sul prato del Meazza all’intervallo.
Forse ringalluzziti dal nuovo acquisto, forse smossi dalla ventata di freschezza di Allegri, aiutati, per la verità, anche da un Lecce inesisteste, i rossoneri chiudono la pratica in poco più di mezz’ora. Ronaldinho e Seedorf tessono trame d’incanto, Pato è incaricato dei sigilli: prima marcatura con un violentissimo diagonale e terza con un comodo disimpegno nella porta vuota dopo aver dribblato Rosati. Il secondo gol è di Thiago Silva che risolve da distanza ravvicinatissima una mischia in area piccola leccese. Il gioco di Allegri è spumeggiante, il Lecce a stento supera la metà campo, ai tifosi non pare vero di vedere finalmente folate di brillantezza: si fa andare la sguardo, a metà tra l’incredulo e lo speranzoso, tra il campo e il seggiolino su cui siede Ibrahimovic e si fanno due conti…
Nel secondo tempo entrano Boateng e Inzaghi, ed è proprio il sempreverde Pippo ad archiviare la partita siglando la quarta marcatura, dopo un gol ingiustamente annullato a Borriello. L’attacco, insomma, gira.
Dopo la sosta per la nazionale, però, occorrono conferme in tutti i reparti per suggellare il sapore dolce della riesumata competitività della squadra. Bentornato campionato.
Emanuele Di Salvo
PALERMO – CAGLIARI 0-0
La tensione per la prima partita di campionato è palpabile sugli spalti della Favorita di Palermo. Archiviata la pratica Maribor di Europa League, la squadra rosanero comincia stasera il proprio campionato contro il Cagliari di Mister Bisoli, autore lo scorso anno di una splendida annata sulla panchina del Cesena.
Il Cagliari ci prova subito con una conclusione da fuori di Lazzari, che impegna Sirigu, bravo a respingere. Al quarto d’ora Nenè, su cross di Cossu è bravo a incornare, ma la palla finisce fuori di poco. Il Palermo si fa vedere con una punizione di Maccarone, ma il tiro è centrale. Due minuti dopo il Flaco Pastore comincia a scaldare i motori: riceve palla a centrocampo, fa secco Cossu, verticalizza per Abel che non ci arriva di poco, letteralmente murato da un Astori in formissima. Matri preoccupa Sirigu con un diagonale dalla destra, ma il tiro è debole e fuori bersaglio. Al minuto 32 parte il Pastore show: il Flaco prende palla, si porta a spasso tutto il centrocampo del Cagliari, con buona pace di Nangolaan, che solo all’ultimo riesce a mettere in out il pallone. Ma è il Cagliari ad essere più pimpante, nelle gambe dei ragazzi del Palermo si fanno sentire inevitabilmente le fatiche di coppa.
Nella ripresa è il Palermo ad essere assoluto padrone del campo. Il Mister fa entrare Rigoni e Pinilla per Maccarone e Kasami, per il macedone una prova al di sotto della sufficienza. Hernandez duetta con Rigoni al 27’, ma il suo tiro finisce di poco a lato. Subito dopo è Bovo a impensierire due volte il portiere sardo Agazzi, su punizione e sulla respinta successiva. Al 33’ Nocerino parte dalla propria trequarti, fa un coast to coast eccezionale, allarga per Pinilla, che viene toccato in area da Astori, per l’arbitro si può continuare.
La partita finisce con un Palermo arrembante nella sola ripresa. Giocare il giovedì ha inevitabilmente delle conseguenze. Sabatini ha praticamente concluso l’acquisto del giovane brasiliano Joao Pedro, classe 92, un vice Pastore. Forse è necessario acquistare ancora due, tre elementi in grado di far rifiatare l’undici titolare tanto caro a Delio Rossi.
Salvatore Brancatello
PARMA – BRESCIA 2-0
Bojinov 10’, Morrone 48’ p.t.
Comincia il campionato, e puntualmente il Brescia si conferma squadra totalmente inadeguata alla massima serie. Giovinco e Bojinov sono potenzialmente una delle coppie offensive più forti del campionato e lo dimostrano dopo dieci minuti mettendo il primo pallone in fondo al sacco delle Rondinelle – primo di una serie probabilmente assai lunga da qui alla fine della stagione. Il Parma continua a fare quello che vuole e prima dello scadere del primo tempo mette meritatamente il risultato in cassaforte con Morrone (tocco vincente sugli sviluppi di un calcio piazzato della Pulce).
La ripresa è accademia, spicca la traversa colpita dal solito Giovinco su punizione e nel finale, quando gli emiliani hanno tirato da un pezzo i remi in barca, il palo esterno di Eder, magrissima consolazione per i tifosi bresciani. Coraggio, chi si accontenta gode…
Alessandro Villari
BOLOGNA – INTER 0-0
Poteva finire diversamente. L’Inter d’agosto è capace di tutto, chiedetelo ai cugini milanisti. Di tutto, anche di una partita scialba senza muscoli e con il cervello a singhiozzo. Sicuramente bene i giovani Mariga e Coutinho e anche Eto’o. Male la difesa, sono ancora tutti troppo pesanti, e il Principe che non ha ancora la lucidità necessaria a impappinare lo stivale intero. Ma se Viviano non si fosse trovato proprio sulla fronte la palla di Eto’o…
CHIEVO – CATANIA 2-1
Moscardelli (Ch) 14’, Ricchiuti (Ca) 22 p.t., Pellissier (Ch) 39’ s.t. (R)
SAMPDORIA – LAZIO 2-0
Cassano 15’ (R), Guberti 26’ s.t.
DALL’ESTERO
Dati i risultati delle prime due giornate di Premier League e quanto visto in Community Shield (la loro Supercoppa, bella partita svoltasi incredibilmente senza fumogeni e proteste ultrà a movimentare la serata) ho pensato non ci fosse neinte di meglio per aprire questo spazio di calcio estero che buttare un occhio sulle partite di Chelsea e Manchester United. La squadra di Ancelotti si è presentata all’appuntamento con lo Stoke reduce da due 6-0 consecutivi, frutto di un gioco armonico e molto offensivo, come forse mai si era visto in anni recenti a Stamford Bridge. Contro i Potters la partenza è a rilento e Lampard sbaglia anche un rigore sullo 0-0 (a fine partita ha annunciato che si opererà a causa di un’ernia inguinale, fuori almeno 2 settimane). Il Chelsea non è quella furia inarrestabile ammirata nelle prime gare, però non si ha mai la sensazione che la partita possa sfuggirgli di mano. Il primo gol arriva ad opera del migliore bomber di inizio anno: Florent Malouda. Il francese, un tempo esterno sinistro talentuoso e discontinuo, si è trasformato in una specie di cecchino. Molto bella l’azione: Alex e Terry sradicano in cooperativa una palla al centravanti dello Stoke, poi il capitano avanza palla al piede e serve in verticale il francese, con un tocco da assistman consumato. Per Malouda, in questo stato di forma, beffare Sorensen in uscita è una mera formalità. Il raddoppio è opera del solito Drogba su rigore. Fine delle emozioni, Chelsea in testa a punteggio pieno dopo tre giornate, durante la pausa delle nazionali i Blues saranno sereni e tutti gli altri potranno chiedersi se – per caso – la Banda Carletto non abbia già dato un primo importante scossone al campionato. Chi questa domanda se la farà senz’altro è Sir Alex Ferguson. Dopo il passo falso con il Fulham, lo United si riprende e manda a casa il West Ham (3-0 con reti di Rooney, Nani e del redivivo Berbatov). Superiorità imbarazzante e belle giocate, ma bisogna anche valutare quanto siano state agevolate dalla “scioglievolezza” degli Hammers. La cosa buona è che, per scoprirlo, ci sono altre 35 spettacolari giornate a disposizione.
Ket.