Buon 2011 (e buon appetito)!

Nel giorno in cui la malefica Epifania si porta di nuovo via tutte le mie feste, i postumi della pantagruelica cena di ieri sera, a cui è seguito oggi un ulteriore sforzo per consumare i (pochi) avanzi, mi obbliga a un atteggiamento “riflessivo”: in altre parole, da quando i miei ospiti a pranzo sono andati via, qualche ora fa, non riesco a schiodarmi dalla poltrona.

Ne ho approfittato per fare un bilancio del 2010 Laser, attività che avevo rimandato proprio a un pomeriggio come questo. Non sto a renderlo pubblico perché non voglio tirarmela, ma mi è servito soprattutto a rendermi conto di quali sezioni del sito ho ultimamente trascurato troppo, in modo da lavorarci su nelle prossime settimane.

Ad esempio, mi sono accorto che è da quasi un anno che non pubblico ricette: forse anche perché in effetti ultimamente ho sperimentato poco. Data la mia attuale condizione esistenziale, nessun momento può essere migliore di questo per rimediare. E finalmente, dopo vari primi e dessert, è l’ora del secondo:

Scaloppine al Marsala

Se avete amici a cena e non avete idea di che cosa preparare di secondo perché non avete molta esperienza su come cucinare la carne, ci sono due opzioni: una è fare finta di nulla e saltare il secondo, cavandovela magari con una torta salata, l’altra è industriarvi a trovare qualcosa di facile ma buono e possibilmente anche di bella presenza.

Inutile dire che nove volte su dieci io scelgo la prima opzione. Ma siccome era un sacco che non organizzavo una cena a casa mia, ieri sera non mi andava di lasciare le cose a metà: ho chiesto qualche consiglio in giro, ho spulciato il ricettario dell’irritante Allan Bay, ho riposto il ricettario dell’odioso Allan Bay lanciandogli qualche maledizione, ho ravanato un po’ su internet e ho trovato su giallozafferano la ricetta delle scaloppine al Marsala, che mi è sembrata sufficientemente semplice. Ora, se volete preparare le scaloppine al Marsala, potete anche andare su giallozafferano, però secondo me a questo punto è meno sbatti restare qui.

Ecco che cosa serve:

– fettine sottili e morbide di vitello: io ho usato la fesa comprata al supermercato e il risultato è stato piuttosto buono, in alternativa pare vada bene anche la noce ma non ho la controprova

– olio (io uso soltanto extravergine d’oliva, ma non escludo che possa funzionare anche con olio di semi)

– burro

– aceto balsamico: su giallozafferano dicono ne occorra una varietà “dolce”, io me ne sono accorto solo dopo aver fatto la spesa e a quel punto piuttosto che tornare al supermercato mi sarei fatto crocifiggere, perciò ho usato l’aceto balsamico qualsiasi che avevo

– un cucchiaio di farina

– un dado di carne (in casa avevo il dado Star)

– il Marsala, ovviamente: ho preso quello Florio, che ricordavo di aver visto a casa dei miei genitori.

La vera comodità di questo piatto è che si può preparare in due fasi anche a distanza di ore l’una dall’altra; inoltre la seconda fase è velocissima e si presta ottimamente alle cene in spazi piccoli e non dotati di cucina indipendente: così si può servire un secondo caldo senza affumicare gli ospiti.

Anche la prima fase del resto non è né complicata né lunga. Si comincia infarinando le fettine, eventualmente dopo averle liberate dai filamenti di grasso. Le fettine vanno quindi tenute qualche minuto nella padella in cui una noce di burro si sarà sciolta in un poco d’olio a fuoco medio-basso (ché se no schizza da tutte le parti): giusto il tempo di dorarle fronte e retro e le togliamo.

Fine della prima parte, inizio della seconda parte (cit. per solutori esperti).

Nella stessa padella in cui saranno rimasti non molto olio e burro versare un buon bicchiere di Marsala, una spruzzata di aceto balsamico e il dado. Non era scritto nella ricetta, ma per farlo sciogliere prima, il dado l’ho smaciullato con un cucchiaio di legno: ignoro se ciò sia ortodosso o meno. A questo punto sciogliere un cucchiaio di farina in un bicchiere d’acqua mescolando accuratamente, quindi versarlo nella padella e continuare a girare per circa un minuto per evitare che si formino fastidiosi grumi. Giallozafferano suggerisce di utilizzare un colino per l’acqua infarinata: secondo me non è assolutamente necessario; i diabolici grumi si formeranno invece sicuramente se si versa la farina direttamente nella padella senza prima “sbollentarla” (ovviamente al secondo giro ci ho provato ed è capitato: per fortuna a quel punto avevamo già seccato quattro bottiglie di vino – in sei di cui tre ragazze – e non se n’è accorto nessuno, anche perché ho rimediato con un po’ di “mestiere”).

Non appena (meno di un minuto) il tutto si addensa (è la farina, per quanto sciolta in acqua, a compiere questo miracolo: trattasi infatti di addensante) mettere le fettine in padella e girarle fronte e retro nell’intingolo per non più di un minuto in tutto.

Sono passati meno di cinque minuti: potete servire le scaloppine al Marsala. Comodo, vero?

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3 comments

  1. Mia mamma mi ha regalato un libro di Allan Bay, quando si è accorta che non me lo cagavo e manco lo leggevo se lo è ripreso. Ma tantè, lo so che se piace a mia mamma a me fa cagare e viceversa…

    Quando vieni a trovarmi che voglio provare le tue scaloppine?

  2. Lo prendo come un invito! Mi sa però che la prima finestra utile è intorno al 2 giugno.

    Anche a me è stato regalato questo libro di Allan Bay, ha la rara capacità di rendere ogni ricetta millemila volte più complicata di quanto non sia in realtà. Credo che si senta figo così.

  3. Se avessi seguito la mia ricetta (che ti avevo dato dopo le tue reiterate insistenze), non si sarebbe formato nessun grumo di farina, nemmeno dopo aver “seccato quattro bottiglie di vino”, visto che la farina non ci andava, brutto fetentone!

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