Fu un colpo di fulmine.
La vidi nella newsletter di Game Stop una mattina d’estate: 170 Euro, di cui 70 sarebbero stati restituiti in autunno sotto forma di buono spesa. Un’offerta? A ripensarci adesso, non tanto. Ma allora così sembrò alla parte di me in cerca di un alibi per comprarla. L’altra parte, semplicemente, era conquistata dall’idea di farsi un doppio regalo: la PlayStation Portable subito e 70 Euro di giochi qualche mese dopo. Pietro Pace cercò fino all’ultimo di dissuadermi dall’incauto acquisto: “Che te ne fai?” “Ci guardo i film in treno. E poi ci si può anche giocare”. “E’ una cazzata!” “Ma no, vedrai. E poi l’offerta è solo per oggi”. “Fai un po’ il cazzo che ti pare. Ma non dire poi che non ti avevo avvisato”.
Forte dell’approvazione del mio amico, in pausa pranzo andai al negozio più vicino e la comprai, insieme a un gioco per provarla. Nel pomeriggio era già sotto carica.
Nei giorni seguenti mi procurai un astuccio e una scheda di memoria, non inclusi. Per la scheda, indispensabile anche per salvare le partite, dovetti girare un po’: ne occorreva una apposita e un po’ più costosa delle altre, che non si trovava ovunque. Neppure veniva riconosciuta dal lettore di schede del computer, il che rese relativamente laborioso caricarci sopra qualche puntata delle Cronache di Sarah Connor, una serie TV che guardavo all’epoca in lingua originale con i sottotitoli.
Finalmente tutto era pronto per dimostrare a Pietro Pace l’utilità del mio acquisto. Fu grande la delusione quando, in treno, scoprii che la PSP non leggeva il formato video normale. Ma non mi persi d’animo: feci una breve ricerca e scaricai il programma che occorreva a convertire i filmati in formato .mp4, l’unico consentito. Naturalmente i sottotitoli andavano perduti, ma più o meno capivo lo stesso.
Arrivarono le vacanze estive e pensai di portarmi in vacanza la PSP. Ma avevo già con me il portatile: considerato che giocare non mi entusiasmava (per quello erano molto meglio la PlayStation normale e la Wii), la PSP era inutile e rimase a casa. Al ritorno, varie volte pensai di caricare qualche nuovo filmato sulla scheda di memoria, ma il procedimento, tra conversione e tutto, era lungo e poi più spesso che no in treno chiacchieravo con gli amici: la consolle rimase su una mensola e si coprì di un leggero strato di polvere. Quando in novembre arrivò il buono di Game Stop, comprai accessori e giochi per la Wii.
In dicembre l’ultima chance: partivo per qualche giorno per Israele e pensai che magari, in aereo o la sera, avrei potuto guardare qualcosa. All’andata, l’aereo per Tel Aviv era di quelli con i televisorini sullo schienale davanti: vidi lo splendido Up della Pixar e poi, considerato che viaggiavamo di notte, mi addormentai. In ostello, quando provai ad accenderla, mi resi conto di una tragica dimenticanza: senza caricabatterie, si spense dopo dieci minuti.
Nei mesi successivi la PSP fu un soprammobile infilato in un anfratto tra uno scaffale e l’altro della libreria. La vita riprese a scorrere normalmente e a poco a poco maturai il proposito di rivenderla. In cambio di qualunque somma riuscisse a recuperare oltre i 100 Euro, ma soprattutto della soddisfazione di rinfacciarmi che lui me l’aveva detto, incaricai Pietro Pace di piazzare su e-Bay l’intero stock: consolle, astuccio, scheda di memoria e un gioco. Lo mise a 120, poi a 100, infine a 80 Euro: nessuno si fece avanti.
Era di nuovo estate quando Pietro mi inviò un link: su e-Bay qualcuno vendeva un kit per trasformare la PSP in navigatore satellitare, ancora confezionato, base d’asta 40 Euro. Fui l’unico a offrire la somma: quando mi recai a Bergamo a ritirare il mio acquisto, il venditore fu lieto di intascare metà del prezzo di listino dell’accessorio, di cui intendeva disfarsi perché “me l’hanno regalato ma io non ho la PSP”.
Finalmente la mia consolle portatile serviva a qualcosa: era ingombrante tanto da coprire fastidiosamente la visuale, le mappe non erano aggiornabili e risalivano ormai a circa tre anni prima, per il collegamento al satellite occorrevano parecchi minuti a macchina ferma, inoltre impiegai qualche mese (e diverse manovre proibite) a rendermi conto che il programma era settato su “percorso a piedi”. Dettagli: ero l’unica persona che conoscevo ad avere una PSP come navigatore satellitare e ne andavo estremamente fiero. Mi accompagnò per la prima spedizione di Geohashing del quadrante 45.9 e in qualche occasione mi tirò fuori da situazioni imbarazzanti. Mi guadagnò la simpatia e l’ammirazione di più di una persona: “Che cos’è quella?” “Una PlayStation Portable, la uso come navigatore”. “Ma dai! Sei troppo avanti!”
Me l’hanno portata via i bastardi che hanno sfondato il vetro della mia macchina qualche notte fa. Vorrei vedere la faccia che faranno quando cercheranno di rivenderla.
Sembra il soggetto per un film! Un amore iniziato con un colpo di fulmine, poi la crisi che vi ha allontanati per mesi fin quasi all’inevitabile separazione, per poi trovare l’impulso ad andare avanti e volervi bene di nuovo ed essere felici… e arrivano i villain a rovinare quello che avevata appena ricostruito!
(particolarmente ispirata oggi…)
Maledetti. hai tralasciato di menzionare quando per andare al festival di Internazionale a Ferrara ci ha fatto attraversare un ponte di legno per escursionisti. Se ben ricordo fu lì che scopristi che era impostata su “percorso a piedi”. comunque la tua storia mi ricorda questa http://wakemeformeals.wordpress.com/2009/09/03/vendesi/
@Anna: se vuoi ti cedo i diritti per “Storia di una cosa inutile: the movie”.
@Ele: La gita a Ferrara, che ricordo spassoso! Era di questi tempi, un anno fa, no? Mi toccherà impostare il navigatore del telefono su “percorso a piedi” per poter rivivere simili emozioni.
Bello il blog, peccato sia un po’ abbandonato…