“Esistono soltanto due partiti: quello degli sfruttatori e quello degli sfruttati” – Umberto Respizzi, Pavia, 25 Aprile 2012.
In Piazza Italia il partito degli sfruttatori manda il suo sindaco e invita un prete amico del potere, ma ad ascoltarli rimangono appena un centinaio di persone: è la migliore dimostrazione che questa gente, col 25 Aprile, non ha davvero nulla a che fare, tanto che non riescono a portare in piazza neppure la claque.
In Piazza Guicciardi sono più del doppio gli antifascisti – tutt’altro che solamente “i giovani”: basta vedere le foto – che scelgono di ascoltare il partigiano Umberto Respizzi, che con straordinaria umanità racconta la sua storia e squarcia il velo di ipocrisia con cui le istituzioni – a partire dal Presidente della Repubblica Napolitano – hanno cercato invano di coprire la celebrazione della Resistenza.
Uno dopo l’altro, gli oratori della piazza di gran lunga più partecipata commuovono la platea raccontando il valore della libertà per cui hanno combattuto i partigiani. Libertà che è prima di tutto libertà di scegliere: questo è il senso delle parole, tra gli altri, di Giuseppe Polizzi di Arcigay, di Carmen Silva dell’associazione migrante Ci siamo anche noi, della giovane rappresentante del movimento No TAV.
Con un monito: la lotta dei partigiani è tutt’altro che conclusa, se è vero che le destre avanzano in tutta Europa, se è vero che viviamo in uno stato di democrazia sospesa e di libertà vigilata dalle banche. Ce lo ha ricordato Mauro Vanetti attraverso le parole lasciate da Dimitris Christoulas prima di togliersi la vita ad Atene:
“Il governo di occupazione di Tsolakoglou ha letteralmente annullato la mia capacità di sopravvivere con una pensione dignitosa, per la quale avevo già pagato (senza aiuti pubblici) per 35 anni. La mia età mi impedisce di dare una risposta decente individuale (senza ovviamente escludere la possibilità di essere la seconda persona a prendere le armi se qualcun altro dovesse decidere di farlo), non trovo altra soluzione che una fine dignitosa, prima di dover ricorrere alla spazzatura per sopperire alle mie esigenze nutrizionali. Un giorno, credo, i giovani senza futuro prenderanno le armi e appenderanno i traditori del Paese a piazza Syntagma, proprio come gli italiani hanno fatto con Mussolini nel 1945 (a Milano in Piazzale Loreto)“
Questo è il tempo in cui ciascuno di noi è chiamato a scegliere da che parte stare, col partito degli sfruttatori o con quello degli sfruttati. Alla faccia degli editorialisti della Provincia Pavese e (lo scrivo? Lo scrivo:) dei vertici locali dell’ANPI e dei gufacci di SEL, oggi la maggior parte degli antifascisti pavesi ha scelto il 25 Aprile migliore. A tutti noi che oggi celebriamo per davvero la nostra festa, auguri di cuore.