Ho sostenuto spesso che, col susseguirsi di riforme del lavoro una peggio dell’altra, con il passaggio di tutta una serie di vessazioni dal campo dell’illegalità a quello della legittimità, si è semplicemente abbassata la soglia di ciò che non può essere legalmente tollerato, dunque è cambiata la qualità dello sfruttamento, ma la quantità è rimasta la stessa, per non dire che è aumentata. Non c’è dubbio quindi che la situazione sia peggiorata negli ultimi anni, mentre il nuovo governo ha già promesso che la peggiorerà ancora.
Il rovescio della medaglia è che, nonostante tutti i tentativi di impedirlo, è ancora possibile difendersi legalmente dalle forme di sfruttamento più diffuse e più gravi: è ancora illegale far lavorare a progetto, con stipendio più basso, meno contributi, niente ferie e tredicesima, chi in realtà lavora come un qualunque impiegato, svolge un’attività controllata rigorosamente, con orari ben definiti e senza nessuna effettiva autonomia; è ancora illegale stipulare contratti a termine uno dietro l’altro, senza che venga indicata (e tanto meno che esista) alcuna esigenza temporanea; ovviamente è ancora illegale non pagare il compenso, o pagare meno del dovuto; è ancora necessario fornire una motivazione di un qualche tipo, e che sia vera, se si vuole licenziare un lavoratore (quel che è cambiato, in peggio, sono le conseguenze nel caso in cui si licenzi senza motivo o con un motivo falso).
Per questo motivo l’ARCI Radio Aut ha lanciato circa un anno e mezzo fa un servizio di consulenza e di assistenza, completamente gratuito. Per come la vedo io, ha due obiettivi: innanzitutto, far sapere a quante più persone che, per quanto precarie, hanno dei diritti che possono far valere; poi, ovviamente, aiutarle a difendersi. Qui trovate alcuni esempi di situazioni che sono state affrontate e risolte con soddisfazione: coprono un’ampia gamma di illegalità, dai contratti a progetto farlocchi, magari rinnovati per anni di trimestre in trimestre, fino al lavoro nero e al licenziamento illegittimo.
Mi auguro che, leggendoli, anche altri possano riconoscersi in situazioni analoghe e prendere in considerazione la possibilità di non “arrendersi”: noi siamo lì per dare una mano, anche a capirne di più; a capire, soprattutto, che in molti casi tutelarsi non è affatto complicato, anzi, è facile come bersi una birra. Ecco, stasera Radio Aut offre una birra a chi vorrà festeggiare con noi i risultati che abbiamo ottenuto finora, e quelli che possiamo ottenere in futuro. Tra una sorsata e l’altra, possiamo spiegarvi come si fa.
Io spero che esempi di ARCI Radio Aut, comincino a prender piede in tutta Italia, sopratutto il prender coscienza anche da parte dei professionisti, e perchè no, anche da parti di precari avvocati, che magari hanno bisogn di far esperienza in questo ambito.
Ad ogni modo un’augurio a tutto il paese che riprenda un pò della coscienza andata ormai alla deriva.