Fight Office!

Fight Office

Eccomi, ci sono. Non mi sono dimenticato del blog, è che ultimamente ho avuto un po’ da fare: ci sono i mondiali da guardare, i ricorsi da scrivere, qualche progetto da seguire. Di uno di questi progetti è arrivato il momento di scrivere qualcosa, perché mi sembra bello e importante: è il Fight Office.

Tutto è cominciato con un gruppo di volenterosi che hanno aperto uno spazio virtuale in cui è possibile chiedere e ricevere una consulenza giuridica su problematiche di lavoro: il  gruppo si chiama Spazio Contratti Atipici (non so perché a dire il vero, perché in realtà i contratti precari sono tutti tipici) e il sito è Spazioprecario.it. Da un annetto aiuto a rispondere alle domande che arrivano online. Il limite chiaramente è che, non avendo a disposizione i documenti del caso concreto, si possono dare solo risposte generali; ma già sapere che è astrattamente possibile impugnare un contratto o una scadenza, che il tutto va fatto entro tot giorni, e che si può ottenere questo o quel risultato, è un buon primo passo.

In primavera siamo entrati in contatto con alcuni ragazzi del centro sociale Lambretta di Milano, con cui è nata l’idea di aprire lì dentro un vero e proprio sportello di consulenza. Questi mesi sono dedicati alla formazione dei ragazzi del gruppo Spazio Contratti Atipici, che materialmente presidieranno lo sportello e riceveranno i lavoratori in difficoltà: ne stanno nascendo delle micro-dispense che magari, dopo averle sistemate un po’, pubblicherò da qualche parte.

Da qualche giorno sono attivi un numero di telefono e un indirizzo di posta elettronica, con cui fin da adesso si può prenotare un appuntamento, rigorosamente gratuito. Eccoli:

telefono: 334 2322988

mail: fightoffice@email.it

L’attività vera e propria dovrebbe partire da settembre. Il condizionale è legato al fatto che, come i lettori più attenti avranno già osservato, il centro sociale Lambretta, che occupava dopo averlo riqualificato uno stabile fatiscente dalle parti di Piazzale Susa, è sotto sgombero da alcune settimane. Ma ne troveranno un altro, senza dubbio.

Anche il centro sociale Zam, dove si è tenuta lo scorso sabato la festa di presentazione e inaugurazione del Fight Office, è sotto sgombero. Qui c’è la posizione dell’area Milano in Movimento, a cui fanno riferimento entrambi i centri sociali, anche a seguito dell’apertura da parte del Comune di una sorta di pelosissimo tavolo cittadino sugli spazi sociali.

Io non entro nei dettagli di queste vicende, che sono due casi particolari di un’ondata generale di repressione, che sta attraversando in queste settimane anche Roma, Genova, Bologna, tra le altre. Tutte città governate dal “centrosinistra”, come Milano, senza che ci sia la benché minima differenza tra quei Comuni in cui un sindaco di SEL fa da mosca cocchiera al Partito Democratico, e gli altri in cui il sindaco è direttamente del PD.

Ecco un’altra dimostrazione di come non si possa scindere la politica nazionale da quella locale: non è certo un caso se gli sgomberi sono aumentati dopo il successo elettorale del Partito Democratico. Ed è solo emblematico che venga chiuso un centro sociale in cui si pratica un’idea di lavoro e diritti radicalmente opposta al Jobs Act di Matteo Renzi: sgomberi e controriforme sono le due facce della stessa medaglia.

In piazza Duomo, il giorno in cui fu eletto Giuliano Pisapia, cantavano gli Stormy Six: era un’illusione e un inganno. Ma presto o tardi, anche questo governo troverà una Stalingrado in ogni città: cominciamo a prepararci!

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