C’è stato un periodo in cui Via Siro Comi era davvero come un’appendice di casa: è stato a partire dal 2005, quando pochi metri a valle del Sottovento ha aperto Radio Aut.
Capitava spesso di uscire la sera, anche molto tardi, e incontrarsi lì senza bisogno di mettersi d’accordo prima. Si stazionava per lo più fuori, quando il clima lo consentiva: un’unica folla indistinta, senza soluzione di continuità tra un locale e l’altro. Che poi, i giri non erano proprio gli stessi, ma erano abbastanza simili: più universitari al circolo ARCI, nato da un’iniziativa del sindacato studentesco, mentre al Sotto c’era un po’ di tutto. Comunque, compagni.
Era il posto in cui andare se volevi divertirti o se volevi rilassarti, o anche per tirarti su se eri un po’ triste. Ricordo che ero un po’ triste la sera in cui ci arrivai con Gabriele, una di quelle sere in cui vuoi bere una birra di troppo per dormire meglio: francamente non ricordo il perché, sicuramente nulla di importante. Non so chi a Radio Aut, quella sera, aveva inventato un cocktail dal nome irresistibile: Gotto Esplosivo Pangalattico: qualcuno riconoscerà la citazione dalla Guida galattica per gli autostoppisti, sicuramente la riconoscemmo Gabriele e io, veri cultori della materia, tanto da superare il disgusto per l’intruglio a base di gin, acqua calda, miele e chissà che altro, servito in una tazzona come una tisana, e in analoga quantità. In breve, quando una nostra amica, sopraggiunta nel frattempo, ci offrì una birra per festeggiare il suo compleanno, eravamo già ampiamente ubriachi. E non ero più triste.
Strano a dirsi, c’era chi mal sopportava tanta allegria: erano alcuni dei residenti nella via, che dichiararono guerra a Sottovento e Radio Aut e nel giro di qualche mese la vinsero, con la gentile collaborazione del sindaco sceriffo Piera Capitelli: Sottovento dovette chiudere alle 22, Radio Aut chiuse del tutto. L’ultima sera del vecchio circolo fu una festa straordinaria: Via Siro Comi era occupata da oltre un centinaio di giovani, soci e amici del circolo ARCI. La Provincia Pavese riportò che le auto di passaggio erano state costrette a strombazzare per poter transitare, tra ali di folla che scandivano “clacson! clacson!“, estremo e inutile atto di sfida verso i responsabili della chiusura del locale.
Impiegarono quasi un paio d’anni a trovare una nuova sede, che è quella attuale, un isolato più in giù, lungo il fiume, e a riaprire con un’altra splendida festa. Mentirei se dicessi che è uguale a prima, per quanto sia ancora legato al circolo: qui tra l’altro abbiamo lanciato, ormai più di tre anni fa, lo Sportello Lavoro, che per fortuna sopravviverà anche senza la mia presenza fissa.
Intanto, ridendo e scherzando, Radio Aut quest’anno compie 10 anni di vita: gli auguro di poterne compiere altri 100.