In una gag ispirata ad alcune scene de L’Impero colpisce ancora, Lando Calrissian, che ha appena acconsentito a tradire Ian Solo, Chewbacca e la principessa Leila, che aveva promesso di aiutare protesta contro Darth Vader che gli impone nuove condizioni:
«Questo non faceva parte del nostro accordo!»
«Ho appena cambiato l’accordo. Prega che non lo cambi ancora», replica il braccio destro dell’Imperatore uscendo dalla stanza.
«Questo accordo sta continuamente peggiorando», si lamenta a parte Lando. Riappare subito Vader con in mano un tutù e aggiunge:
«E inoltre dovrai indossare questo».
«Questo non faceva parte del nostro accordo!»
«Ho appena cambiato l’accordo. Prega che non lo cambi ancora», ed esce.
«Questo accordo sta continuamente peggiorando».
Rientra il villain con un monociclo, e potete immaginare come vada avanti la scena, finché il buon Lando decide che è più saggio smettere di protestare per evitare ulteriori peggioramenti, afferra il tutù, il monociclo, le scarpe da clown e se ne va.
Tranne, per il momento, che per l’epilogo (ok, e per qualche altro dettaglio minore), la trattativa fra la Troika e il governo greco mi ha ricordato questa gag, ovviamente con Tsipras nel ruolo di Lando. Perfino l’ambientazione è la stessa, come ha osservato l’amico e compagno Pietro Previtera: le istituzioni europee sono in effetti Cloud City, una città delle nuvole distante e fuori dal controllo dei cittadini e dei lavoratori che stanno sulla terra.
Il governo greco ha ricevuto dal Parlamento e dal popolo greco il mandato di proteggerlo, e invece ha fatto di tutto per consegnarlo, ibernato nella grafite, a creditori più spietati di Jabba the Hutt. Si è seduto al tavolo delle trattative con gli strozzini e per mesi ha cercato un accordo accettando di fatto il grosso delle condizioni vessatorie imposte dalla Troika, varcando qualsiasi “linea rossa” stabilita nel programma elettorale. Ancora oggi, nell’imminenza del referendum convocato per riconsegnare ai cittadini greci il diritto di decidere il proprio futuro, Tsipras ha dichiarato di accettare l’ultima proposta dei creditori, chiedendo solo piccole modifiche, ma impegnandosi comunque ad aumentare l’IVA, tagliare i sussidi per le spese sanitarie e la spesa per la sanità pubblica nel suo complesso, alzare l’età pensionabile e tagliare il sussidio per le pensioni più basse, aumentare il prelievo contributivo sulle pensioni e diminuirne l’entità. E di nuovo dalla Germania arriva il rifiuto di trattare fino allo svolgimento del referendum.
Il piano delle istituzioni europee è evidentemente quello di fare in modo che il referendum non si tenga affatto, usando il bastone e la carota per ottenerne la revoca da Tsipras, che dal canto suo sembra non veder l’ora di accontentarli. Ma in gioco c’è il ruolo della Troika, il diritto di organismi non eletti e rappresentativi solo degli interessi dei grandi capitalisti di decidere per filo e per segno la politica degli stati sovrani, a spese di qualsiasi parvenza di democrazia. “L’unione monetaria è compatibile con la democrazia?” si è chiesto più o meno retoricamente il ministro delle finanze greco Varoufakis. La risposta per me è scontata: è il capitalismo, di cui queste istituzioni sono il simbolo e il vertice, a non essere compatibile con la democrazia.
Perciò il fatto stesso che un referendum sia stato indetto ha un’importanza capitale, e fondamentale è che vinca il NO.
Ma dicevamo dell’epilogo. Nella gag, Lando Calrissian finisce per accettare l’ennesima imposizione di Darth Vader, anche se poi, nel film, si riscatterà aiutando Luke e Leila a fuggire e poi a salvare Ian Solo dal suo persecutore. Lo stesso Vader finirà per riabilitarsi: lo stesso sono certo che non potrà dirsi per Junker, Draghi e compagnia. Anche del futuro ruolo salvifico di Tsipras è lecito dubitare, speriamo almeno che non esca di scena pedalando il monociclo, con indosso tutù e scarpe da clown. Tifiamo invece perché i greci ci mostrino la strada per distruggere Cloud City.