Anche questo 10 febbraio, come da troppi anni a questa parte, riparte il valzer di bufale nazionaliste sulle vicende della Resistenza sul confine orientale, chiamato “giorno del ricordo”. Come sempre, in pochi si sottraggono a questa operazione di riscrittura della storia a uso e consumo del vittimismo italico e della rimozione del nostro passato ferocemente colonialista. Tra chi contribuisce a fare una sana controinformazione, ormai da anni, va segnalato il gruppo d’inchiesta Nicoletta Bourbaki, che su Giap ha pubblicato qualche giorno fa un affascinante contributo.
In questo clima, non sorprende che gruppetti neofascisti e neonazisti sfruttino qua e là l’occasione per uscire dalle fogne e seminare in giro i liquami da cui sono ricoperti, con cerimonie che inneggiano all’odio e al razzismo. A Pavia, ad esempio, per il secondo anno consecutivo l’amministrazione teoricamente di centrosinistra concede a Casa Pound, Forza Nuova e altra simile feccia di tenere un presidio in una piazza del centro della città.
La rete antifascista di Pavia stasera alle 21 in piazza Duomo distribuirà un volantino di condanna contro il revisionismo storico di cui la stessa amministrazione si è resa complice, per rivendicare la chiusura delle sedi fasciste e la proibizione di ogni iniziativa di stampo fascista e nostalgico. Io non potrò essere in piazza, ma i compagni e gli amici che ci saranno hanno tutta la mia solidarietà.
Intanto, già che ci sono, consiglio di rileggere questo testo scritto un paio d’anni fa su