#Luccacg16

Sono passati alcuni giorni dalla fine di Lucca Comics & Games 2016, ma non avendo avuto il tempo di farlo prima approfitto di un momento libero per condividere alcune delle esperienze di questa edizione, a cui ho assistito, per il terzo anno consecutivo, grazie alla sponsorizzazione di FantasyMagazine.

In due giorni intensissimi ho ascoltato:

  • un seminario davvero interessante tenuto da Barbara Sanguineti dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani su I non-morti nelle opere di J.R.R. Tolkien: qui c’è una sintesi, da cui ho volutamente escluso gli innumerevoli interventi dell’Uomo-fumetto dei Simpson
  • un panel su Storie dell’anno che cambiò il fumetto: dalla laconicità del resoconto pubblicato qui, si può intuire che sia stato molto meno interessante del seminario su Tolkien e i non-morti

Ho visto due anteprime:

  • Elstree 1976, un documentario sulle comparse di Guerre Stellari, imperfetto ma poetico. Ho potuto anche stringere la mano a Pam Rose, presente in sala. E chi diavolo è? – si chiederanno i pochi che leggeranno questo post. Compare in qualche fotogramma all’inizio del film, un’aliena nella Cantina di Mos Eisley. Insomma, ho stretto la mano a un’attrice che ha bevuto con Ian Solo – e che, stando a quanto riferisce, l’anno successivo è stata intima con… Superman! Ammiratemi!
  • Sing Street, storia di un adolescente che si innamora di una ragazza irraggiungibile, che conquisterà attraverso la musica. Il tutto con quel tocco di nostalgia che solo una solida ambientazione negli Anni Ottanta può assicurare. Martina ne ha scritto molto bene qui.

Ho comprato alcuni fumetti, tra cui:

  • Da quassù la Terra è bellissima, di Toni Bruno, premio speciale della giuria del Gran Guinigi. Non l’ho ancora letto, ma ho chiacchierato con l’autore mentre mi disegnava una dedica sul frontespizio: la storia ha a che fare con una rappresentazione della sindrome da stress post-traumatico attraverso la figura del cosmonauta, ed entra in risonanza con una mia curiosa lettura estiva, Psicologia e cosmo di Vladimir Lebedev e Jurij Gagarin, che a quanto pare è stata di ispirazione anche per l’autore.
  • Il primo volume di Stazione 31, un progetto editoriale dell’autore e disegnatore Christian G. Marra per l’indipendente Passenger Press. In una stazione ferroviaria fuori dal tempo, ma dal look che fa Costa Azzurra Anni Trenta, si incontrano coppie di personaggi illustri che dialogano della loro visione della vita e dell’arte: Schiele e Fellini, Dante e Asimov e altri. Potrebbe essere una pacchianata o un piccolo capolavoro o più probabilmente qualcosa nel mezzo, non lo so ancora; ma i disegni sono splendidi, come quello realizzato per l’occasione da Christian sulla copertina bianca della mia copia in edizione numerata.

Non potevano mancare i giochi, e in particolare:

  • Imperial 2030, strategico economico di cui attendevo l’uscita da quando avevo giocato all’ormai fuori catalogo Imperial, di cui è la versione aggiornata. Mentre sei Potenze si contendono il pianeta, i giocatori sono capitalisti che investono di volta in volta nelle nazioni più convenienti, controllandone il governo e le sorti militari. Vince il giocatore le cui azioni valgono di più alla fine del gioco, indipendentemente dal successo militare.
  • Angry Granny: “in un lontano futuro, a causa di continue guerre e crisi economiche, il Governo Mondiale non riesce più a garantire un fondo pensionistico alle nonne. Per assegnare l’unica pensione disponibile ha allestito un’arena,dove le nonnine di tutto il mondo si sfidano in una lotta all’ultimo sangue”. Per essere sincero, è la sola descrizione del gioco che mi ha convinto a prenderlo. Anche perché quel futuro è molto meno lontano di quanto dica.

Cose che non ho fatto: incontrare Beniamino Sidoti per congratularmi di persona per il suo premio alla carriera. Lo faccio adesso.

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