La superiorità morale degli oppositsionneri deve essere conosciuta e riconosciuta per poter portare, in futuro, i suoi frutti. All’inverso, i nemici del genere umano si accaniscono a sfigurare rivoluzioni e rivoluzionari, nella speranza di gettare tutto il resto dell’umanità nel culto del vello d’oro.
Ecco la ragion d’essere di questo libro. Dovrebbe essere un’arma contro l’orrore del passato e tutto ciò che oggi vi somiglia; una lezione di coraggio e di dignità, mai inutili; il bilancio di un’esperienza collettiva senza il quale saremmo condannati a ripetere senza fine gli stessi errori e a subire le medesime sconfitte. E che, dopo averlo letto, ogni lettore, quale che sia la sua provenienza, si schieri nel campo degli oppressi e dei combattenti di Vorkuta e di Magadan.
In questi paragrafi conclusivi è ben riassunto il significato di Comunisti contro Stalin, l’opera recentemente tradotta dal francese e pubblicata da Sinistra Classe Rivoluzione, con cui lo storico e militante comunista Pierre Broué ha voluto ricostruire le vicende che portarono al martirio di una generazione di rivoluzionari, assassinati da Stalin e dai suoi sicari negli anni Trenta del secolo scorso. Alla base del progetto c’è l’intento di rendere onore a queste migliaia di persone dimenticate che decisero di portare avanti apertamente gli ideali e le pratiche della Rivoluzione d’Ottobre, al prezzo di dover affrontare le prigioni della polizia politica e i gulag, e pur sapendo che non ne sarebbero mai usciti.
È questa la ragione per cui la ricostruzione storica è punteggiata dai nomi e cognomi di quelle donne e di quegli uomini, molti dei quali compaiono per la prima volta in un testo stampato: un elenco che può rendere a volte più difficoltosa la lettura, ma che appare giustificato proprio da questa necessità.
Non è solo un’operazione agiografica però. L’intento profondo del libro di Broué è mostrare come quello dei militanti dell’Opposizione di Sinistra, i “trotskisti” nella vulgata storiografica, non fu affatto un sacrificio eroico ma inutile, ma il frutto di una riflessione e di una pratica politica che rimase lucida fino alla fine, e fu fin da principio consapevolmente finalizzata a preparare il terreno per le generazioni future di rivoluzionari. È grazie alla perseveranza e alla resilienza di quegli uomini straordinari che oggi chi crede nella necessità di una trasformazione radicale del sistema economico può trovare nel comunismo una bandiera pulita.
Si tratta poi di ristabilire una verità storica troppo a lungo tenuta accuratamente nascosta perché scomoda: sia per la storiografia di matrice stalinista, fermamente intenzionata a difendere il mito dell’infallibilità del Grande Capo, sia per quella liberale, pelosamente interessata a tramandare l’equazione tra stalinismo e comunismo, un’equazione in cui non possono trovare posto le decine di migliaia di comunisti rivoluzionari che militarono nelle file dell’Opposizione di Sinistra allo scopo di difendere le conquiste della Rivoluzione d’Ottobre e di denunciare e combattere la degenerazione burocratica dello stalinismo.
Pierre Broué riesce pienamente in tutti questi scopi unendo al rigore dello storico, comprovato dalla documentazione ricchissima e proveniente per la gran parte dal “nemico”, dagli archivi della polizia politica sovietica, il tono appassionato del militante, che non può non indignarsi nel descrivere i crimini e le menzogne di un regime brutale e tanto più meschino se paragonato alla grandezza politica e morale delle sue vittime.
Comunisti contro Stalin è un libro che vale davvero la pena procurarsi (qui trovate come) e leggere per chiunque si ritenga impegnato nella battaglia degli oppressi contro gli oppressori.