Mese più, mese meno, sono circa vent’anni che mi considero comunista. Per gran parte di questo periodo, quasi metà della mia vita, ho militato in un’organizzazione trotskista, la sezione italiana della Tendenza marxista internazionale. Se avessi un Euro per ogni volta che, in quest’arco tempo, ho sentito qualcuno usare la degenerazione dei regimi stalinisti come argomento contro il comunismo, potrei pagarmi delle belle vacanze. È il frutto avvelenato di oltre mezzo secolo di mostruose deformazioni burocratiche che hanno finito per cancellare i valori della Rivoluzione d’ottobre e insozzare la bandiera rossa.
Anche se, a un quarto di secolo dal crollo dell’Unione Sovietica, il richiamo dello stalinismo tra gli attivisti di sinistra va diminuendo, ancora un titolo come Comunisti contro Stalin suscita (tra i più arroganti tra gli ingenui) commenti sprezzanti.
Comunisti contro Stalin di Pierre Broué non è un titolo a caso: è la pubblicazione più recente con cui Sinistra Classe Rivoluzione, dal suo piccolo ma vivace pulpito, ha cercato di dare un contributo nel dibattito per un’analisi storiografica e politica dello stalinismo, portando alla luce la vicenda troppo a lungo dimenticata dell’opposizione di sinistra a Stalin, del martirio di un’intera generazione di rivoluzionari negli anni Trenta del secolo scorso.
Prima del testo di Broué, avevamo pubblicato Rivoluzione e controrivoluzione in Spagna di Felix Morrow, la versione saggistica del romanzo di Orwell Omaggio alla Catalogna e del film di Ken Loach Terra e libertà. La guerra civile spagnola ha rappresentato il momento in cui il regime stalinista ha iniziato a ostacolare consapevolmente qualsiasi movimento rivoluzionario di massa, con lo scopo di preservare il “socialismo in un Paese solo”. Il suo racconto da parte del contemporaneo Morrow è emblematico delle intenzioni e dei metodi dello stalinismo.
Nei prossimi giorni completeremo questa “trilogia” antistalinista di sinistra pubblicando la biografia di Stalin che Trotskij stava completando quando venne assassinato da Ramón Mercader, ritradotta dal russo e ripulita dalle interpolazioni del curatore postumo Charles Malamuth. Su Carmilla potete leggere una breve presentazione dell’iniziativa. Sulla piattaforma Produzionidalbasso, invece, fino alla fine di questa settimana potete aiutarci a finanziarla: ne abbiamo bisogno perché si tratta di uno sforzo economico considerevole (è un volume di quasi un migliaio di pagine!), e in cambio sarete ricompensati con un anno di abbonamento al nostro giornale Rivoluzione, una delle splendide magliette che abbiamo stampato per il centenario della Rivoluzione d’ottobre, e se siete abbastanza generosi con una copia del libro.
Abbasso Stalin, viva la Rivoluzione d’ottobre!