Verso la fine del primo lock down avevo scritto un paio di post dedicati a due luoghi che consideravo la mia “Milano del cuore” (erano l’Osteria del Biliardo e il Mind the Gap).
Sono trascorsi cinque anni e l’elenco si è fermato a quei due posti: è un indizio del fatto che tra me e Milano non è esattamente sbocciato l’amore.
Da un annetto a questa parte, però, ho perlomeno cominciato a sentirmi davvero a casa nel mio quartiere, Affori, che in effetti rispetto alla metropoli costituisce (anche per tradizione) un luogo a sé stante.
Nel decimo anniversario dalla primavera in cui ho iniziato ad abitarci, mi pare giusto celebrare tre dei luoghi che, insieme alla già citata e sempre imprescindibile Osteria del Biliardo, sono punti di riferimento fondamentali per questa mia nuova dimensione esistenziale.
Per una felice combinazione, si tratta di tre posti vicinissimi tra loro, tanto da essere in qualche modo l’uno l’estensione dell’altro, un po’ come quando Radio Aut aveva sede praticamente di fronte al Sottovento nella meravigliosa via Siro Comi a Pavia (si parva licet componere magnis).
FIASCO

Come il nome suggerisce, Fiasco è una fiaschetteria. Ci si trova vino friulano a prezzi da osteria friulana, buoni il doppio e cari la metà rispetto a gran parte dei locali milanesi.
Sembra uscito direttamente dagli anni Settanta, sarà per gli arredi in legno chiaro, o forse per le foto d’epoca, anche un po’ per alcuni dei frequentatori abituali.
Ci si trova Roberto, il proprietario, friulano di Codroipo, che a saperlo prendere è un bel tipo. Per dire: su uno di quei vecchi piatti di ceramica commemorativo che i nostri nonni collezionavano, e che sono esposti di fianco al bancone, ha scritto “You don’t hate Mondays, you hate capitalism“.
Vengono in tanti a riempirsi le bottiglie, giustamente. E la sera, fino alle otto negli infrasettimanali e fino alle nove il sabato, ci incontri a bere un bicchiere, oltre agli “amici di cane”, anche altri frequentatori abituali, strani e interessanti personaggi da osteria con cui è un attimo entrare in confidenza.
ALASKA

Proprio di fianco al Fiasco c’è Alaska, la libreria indipendente che ha aperto circa tre anni fa, e ha riempito un vuoto.
Tra tante attività di vicinato, ad Affori mancava proprio una libreria, e Alaska è una signora libreria: organizza eventi, promuove gruppi di lettura, crea comunità. La gestisce un gruppo di ragazzi in gamba, competenti e appassionati.
Fin da quando ha aperto, Martina e io ci abbiamo comprato libri e qualche volta presenziato a questa o quella presentazione.
Confesso che nutrivo inizialmente qualche pregiudizio, temendo che si trattasse della tipica realtà culturale milanese superficialmente progressista ma in realtà fondamentalmente elitaria.
Mi sbagliavo.
Quando Martina e io ci siamo iscritti al gruppo di lettura dedicato alla narrativa, lo scorso dicembre su invito della nostra amica Chiara, abbiamo scoperto una comunità accogliente e sincera, oltre che una libreria in cui puoi chiedere suggerimenti al libraio di turno e fidarti ciecamente di quel che ti consiglia.
EUFEMIA

Attraversato l’incrocio, ecco Eufemia, “emporio di comunità” e “bistrot sociale”.
Eufemia è una delle città invisibili di Italo Calvino, quella dove i mercanti di sette nazioni si recano non solo per comprare e per vendere, ma anche perché la notte accanto ai fuochi ognuno racconta la sua storia.
Un nome azzeccato: nell’emporio si compra, a prezzi appena appena superiori a quelli del supermercato, frutta, verdura e latticini buoni; nel bistrot si chiacchiera volentieri, anche perché si mangia e si beve molto bene spendendo poco – considerato che siamo pur sempre a Milano.
Ci viene volentieri pure Grappina, perché ogni volta le fanno i complimenti e soprattutto le sganciano innumerevoli biscotti.
Il tutto nasce da un progetto sociale, di inserimento e inclusione, oltre che di qualità a prezzi sostenibili, che vale la pena di sostenere.
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Ecco: finalmente, casa per me è uscire nel tardo pomeriggio di un giorno in cui finisco prima di lavorare, fermarmi a chiedere un libro in Alaska, incrociare qualcuno che conosco e farci due chiacchiere al Fiasco, poi spostarci da Eufemia per un tagliere e una birra, a tre minuti a piedi da dove vivo.